La Corte Costituzionale si è pronunciata. Il decreto ?salvantenne? è completamente nullo. Appositamente studiato per accelerare l’installazione di antenne e tralicci per le telecomunicazioni, in violazione delle norme di legge più recenti (Legge n.36/01) approvate dal Parlamento Italiano per tutelare la popolazione dai rischi alla salute e all’ambiente sulle onde elettromagnetiche, il decreto legislativo ha bloccato per un anno i Comuni impedendogli di predisporre Piani Regolatori ad hoc, Regolamenti specifici per la localizzazione delle antenne.
Il grave danno ai cittadini non è stato scongiurato nonostante la richiesta del CODACONS dinanzi alla Corte Costituzionale di sospendere il Decreto Legislativo, una procedura oggi fatta propria dalla Legge n. 131/2003. Migliaia di antenne sono state edificate nel più completo caos normativo stravolto dal decreto legislativo oggi finalmente annullato, con il timore dei Comuni di vedersi avanzare richieste di risarcimento danni miliardarie.
Ma il Ministero delle Comunicazioni, che sembra essere il ministero delle società di telecomunicazioni, non pago dichiara che comunque quegli articoli annullati con l’odierna sentenza della Corte Costituzionale sarebbero stati ripristinati dal governo a giugno con un codice di regolamentazione delle Telecomunicazioni, sempre a dispetto dell’autorità del Parlamento e delle sue leggi.
Rammentiamo che la legge è fonte superiore rispetto ai regolamenti governativi e che proprio per questo il decreto Gasparri è stato annullato: per eccesso di delega cioè per essere andato oltre quanto delegato dal Parlamento, organo sovrano che rappresenta il Popolo Italiano.
Quindi la cancellazione del Decreto Gasparri comporta: l’obbligatorietà della V.I.A. valutazione di impatto ambientale per i rischi sanitari ed ambientali, obbligatorietà alla concessione edilizia ma soprattutto ripristino dei poteri degli enti locali riaffermati con le legge 131/03 in materia urbanistica e in generale di gestione del territorio con la possibilità dei Comuni di decidere dove mettere le antenne.
Ebbene la costanza con cui questo Ministero tende a velocizzare l’installazione di impianti pericolosi, paventando come per l’energia elettrica disattivazioni e black out, denota la scarsissima attenzione per le problematiche sanitarie ed ambientali.
Adesso i cittadini ed i Comuni possono richiedere ?prima di qualsiasi condono edilizio- la rimozione delle antenne che con semplice DIA (dichiarazione inizio attività) sono state costruite su chiese, scuole, ospedali infischiandosene della legge.
Il Codacons si prepara inoltre a diffidare i Comuni d’Italia affinchè provvedano all’abbattimento della antenne installate senza l’apposita concessione, e presenterà una denuncia a 101 Procure della Repubblica chiedendo di procedere per abuso edilizio relativamente a quelle antenne sorte sulla base di un decreto ora annullato. Senza contare la possibilità ? conclude l’associazione ? da parte di chi ha visto sorgere un’antenna sul proprio tetto, di chiedere un equo risarcimento dei danni.