Dalle conclusioni di un lavoro scientifico, effettuato da un gruppo di ricercatori, in collaborazione con l’Università di Bologna, si è scoperto che ai già noti effetti nocivi provocati dal fumo di tabacco, è da ascriverne un altro: la radioattività di elementi in esso contenuti (polonio 210), che sarebbe responsabile dell’insorgenza di patologie cancerogene, soprattutto ai danni dei polmoni. Il dato allarmante, in base a questa ricerca, è che in pratica ?il danno biologico per un fumatore di 20 sigarette/die in 1 anno è pari a quello di circa 300 radiografie al torace?. Il Polonio-210 (Po-210), che è un noto alfa emittente è il radionuclide più importante, dal punto di vista radioprotezionistico, che si è constatato essere presente nel tabacco. Le radiazioni alfa hanno un elevato potere ionizzante e, di conseguenza, sono particolarmente dannose quando entrano in contatto con i tessuti viventi. Il Codacons, relatore domani nel Convegno nazionale che si svolgerà all’ISS, chiederà al Ministro Veronesi di mobilitare l’Istituto Superiore di Sanità ad avviare una ricerca pubblica sulla base di quanto emerso dagli studi citati, affinché, ove riscontrati e comprovati i dati: – si disponga e dunque imponga alle industrie produttrici di sigarette, laddove sia chimicamente possibile, di eliminare dal prodotto (tabacco) l’elemento Polonio 210; – si vieti l’uso di sostanze nel trattamento della coltivazione del tabacco che alterino il prodotto a danno dei consumatori; – si avvertano i cittadini (fumatori attivi e passivi) del pericolo che corrono per effetto della presenza nelle sigarette del Polonio 210, attraverso campagne televisive di informazione, utilizzando gli spazi della c.d. ?Pubblicità Progresso? messi a disposizione su richiesta da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Come ha affermato la Corte Costituzionale nella sua sentenza n.399/96, esistono già nel nostro ordinamento leggi che tutelano il lavoratore dal fumo passivo. Infatti, è obbligo del datore di lavoro, ai sensi della legge n. 626/94, dell’art. 2082 del c.c., del DPR. 303/56, eliminare ogni rischio che possa danneggiare il lavoratore sul luogo di lavoro. Basterebbe dunque una circolare o un provvedimento del Ministro che richiamasse ai propri obblighi i dei datori di lavoro pubblici e privati sul rischio ?fumo passivo?, ritenuto unanimemente responsabile dalla comunità scientifica di patologie anche gravi (si va dalle laringiti e problemi respiratori in genere fino al cancro del polmone) e sulla necessità di provvedere ad eliminarlo, per evitare a molti dipendenti malattie e disturbi rilevanti. La circolare in realtà esiste già ed è stata elaborata grazie al contributo della commissione tabagismo dello stesso Ministero della sanità di cui fa parte anche il Codacons, ma è stata tenuta nel cassetto dal Ministro Bindi per due anni, e continua a giacere lì. Certo è auspicabile che veda la luce un disegno di legge organico che tratti di tutta la materia, soprattutto perché imporrebbe esplicitamente il divieto anche nei bar e nei ristoranti ed in genere negli esercizi aperti al pubblico, ma intanto, non si può attendere che i divieti già operanti siano disattesi ai danni dei cittadini, soprattutto quando l’ingiustificata crociata dei fumatori ha già annunciato di fare il diavolo a quattro affinché la legge non passi. E si sa che se il diavolo usa gli strumenti adatti spesso ottiene l’anima. Sempre nel corso del convegno il relatore, avv. Carlo Rienzi, fornirà le prove dei trucchi usati dalle multinazionali del tabacco per far ingerire ai fumatori più nicotina del consentito. Un test che il Codacons ha fatto in collaborazione con la Tobacco law consulting USA e che lascia dubbi inquietanti riguardo le tecniche usate dalle multinazionali italiane ed estere che pubblicizzano tipi di sigaretta con meno contenuto di nicotina, e dunque meno assorbimento. Altro che light! I test hanno provato che esistono metodi semplicissimi per eludere i controlli sulla nocività delle micidiali bionde.