Bruxelles. Maiali alla diossina. Un altro allarme per la salute. Ma la tracciabilità ci salverà.
A distanza di poco tempo dall’emergenza del latte contaminato che ha investito la Cina e non solo, ecco un altro caso di pericolo per la salute umana derivante dai cibi intossicati. Sembra che la serie inauguratasi con la ormai storica “mucca pazza” non debba avere più fine. Dopo le mucche cannibali e dopo l’influenza aviaria per polli e volatili ecco arrivare la notizia che alcuni maiali in Irlanda si sono nutriti di cibo contaminato con olio industriale.
La giornata di ieri è stata caratterizzata dalla classica serie parallela di notizie contrastanti: da una parte le organizzazioni del mondo agricolo e alimentare che hanno rassicurato sulla bontà delle carni italiane e, dall’altra, le istituzioni, Commissione europea e singoli stati, che hanno annunciato controlli a tappeto e in alcuni casi hanno proceduto a sequestri. In quarantottore si è anche ripetuto lo schema già visto dell’annuncio che non vuole destare preoccupazioni e che diventa puntualmente un vero e proprio allarme internazionale.
I paesi coinvolti sono, oltre l’Italia e la Gran Bretagna, Germania, Olanda, Polonia, Svezia, Belgio, Danimarca, Estonia, Francia, Portogallo e Cipro. Nove invece i paesi non europei più esposti: Giappone, Russia, Singapore, Stati Uniti, Canada, Svizzera, Cina, Hong Kong e Corea.
Tutto nasce in Irlanda dove sembra che all’origine ci sia dell’olio industriale finito in una macchina utilizzata per asciugare il mangime. E Ieri il commissario europeo alla salute, la greca Androulla Vassiliou, ha annunciato che dodici stati europei, tra cui l’Italia, dovranno bloccare le importazioni di carne di maiale e derivati e fare accurati controlli per accertare la presenza di diossina.
Nel pomeriggio si è tenuta a Bruxelles una riunione al termine della quale la Commissione europea ha incaricato l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa, che ha sede a Parma) di indagare sugli eventuali rischi per la salute che derivano dal consumo di carne suina contaminata con diossina. L’Italia è uno dei paesi che ha importato dall’Irlanda quantità modeste di carne di maiale e derivati, per circa 1400 tonnellate.
Lo ha detto ieri al Tg3 il direttore generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero della Salute, Silvio Borrello. Si tratta soprattutto di carne fresca destinata all’industria di trasformazione e che difficilmente finisce sui banchi dei supermercati.
Rassicurazioni espresse anche dal sottosegretario alla Salute, Francesca Martini: «Stiamo intensificando i controlli in attesa di specifiche misure. Il consumatore deve avere fiducia nei nostri sistemi di controllo – ha affermato -. I carabinieri del Nas stanno verificando in queste ore la presenza della carne sia nei supermarket sia nei depositi di lavorazione industriali». I rischi per l’Italia sono ”molto bassi” dice la sottosegretaria ma nelle stesse ore sono stati effettuati, principalmente in virtù del principio di precauzione, sequestri di carne irlandese e il ritiro dal mercato di prodotti già pronti per l’acquisto in varie regioni italiane.
Per un futuro senza rischi la strada maestra è quella già percorsa per altri prodotti, cioè un sistema di etichettatura che informi il consumatore su tutta la filiera, ovvero su tappe che il prodotto ha percorso, dall’origine alla trasformazione. Lo ha detto, tra gli altri, Paolo Russo, presidente della commissione Agricoltura della Camera: «Certificare l’origine degli alimenti attraverso un sistema che chiarisca così qualità e metodi di lavorazione contribuirà certamente a scongiurare pericolose psicosi e soprattutto rischi reali». Lo hanno detto anche le federazioni degli allevatori e degli agricoltori.
Secondo il presidente della Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni «Dopo questo nuovo caso di allerta sanitaria, riteniamo non sia più rinviabile rendere obbligatoria l’etichettatura d’origine su tutti i prodotti alimentari. I consumatori devono essere informati che le cooperative italiane utilizzano solo materia prima nazionale».
Conoscere per intero tutte le tappe della filiera di quello che mangiamo non è solo l’unica alternativa alle psicosi ricorrenti ma anche il modo per evitare ingenti perdite finanziarie ad un settore decisivo della nostra economia. Secondo la Confederazione italiana agricoltori tra Bse, aviaria e diossina le perdite negli ultimi anni sono state di oltre 5 miliardi di euro. Il Codacons ha chiesto controlli su zampone e cotechino.