Il Codacons ? Coordinamento di Associazioni per la tutela dell’ambiente e dei diritti di utenti e consumatori con l’assistenza degli Avv.ti Alessandro Amato e Rosario Cristini del Foro di Bari sulla scorta della segnalazione presentata da un cittadino affetto da carcinoma renale, che aveva utilizzato ?quale funzionario FIAT-LANCIA, oltre 14 autovetture del Gruppo Fiat, ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari al fine di accertare ogni eventuale responsabilità conseguente ad eventuali difetti di produzione su alcune autovetture. Alcuni oncologi contattati dal cittadino, tra il novembre ed il dicembre 1999 avrebbero concordato che il rischio dell’insorgenza di un tumore aumenterebbe in misura esponenziale qualora fosse accertato che una vettura presentasse il difetto dell’infiltrazione dei propri gas di scarico nell’abitacolo o di quelli delle autovetture che precedono.
Non solo ma in data 27 luglio 2000 il Prof. Cesare MALTONI ha consegnato la sua relazione nella quale afferma che il carcinoma del rene e l’asma di cui è affetto il cittadino, VANNO CORRELATE DIRETTAMENTE ALL’INALAZIONE DEI GAS DI SCARICO CHE SI INFILTRAVANO NELL’ABITACOLO DELLE VETTURE AZIENDALI DATE AD EGLI IN USO CON TALE DIFETTO.
In pratica le vetture degli anni `80 ed inizio anni `90 e che utilizzano lo stesso telaio nel gruppo FIAT (Uno, Tipo, Ritmo, Regata, Tempra, Prisma, Delta, Dedra) potrebbero presentare il medesimo ?vizio?.
Tutto questo solleva diversi profili giuridici di responsabilità, ma prima di tutto propone la necessità della tutela dei lavoratori in quanto l’auto, in talune circostanze, assume carattere di ?luogo di lavoro? e, come tale, tutelato anche dalla normativa di settore (L. 626/94, ecc.), Va, in particolar modo, sottolineata la necessità di adottare ogni più opportuna cautela diretta ad accertare ed eliminare l’immediato rischio derivante dai gas di scarico che si intromettono nelle autovetture su indicate in elevato numero in circolazione rappresentando un ?potenziale? fenomeno portatore di certa morte attesa la correlazione con l’insorgenza della patologia tumorale.
Tanto a tutela di tutti quei cittadini ignari del pericolo in cui quotidianamente incorrono e di quei ammalati (o loro eredi) della su evidenziata patologia che possono dare risposta certa, quali proprietari delle stesse autovetture, alla causa della propria malattia.
Difatti anche il semplice dubbio impone in questi casi, nella sequela del principio della prudenza, cautela e precauzione, di attivare ogni strumento utile perché si possano prevenire potenziali danni alla salute dei cittadini sulla scorta, altresì, dell’accertato nesso di causalità tra l’esposizione ai gas combusti e l’insorgenza del carcinoma renale.
Si invitano tutti i cittadini a denunciare l’eventuale insorgenza di nausea, tosse, debolezza muscolare, senso di oppressione, accompagnato da uno stato confusionale sino all’eventualità della insorgenza del cancro al rene che possano essere in correlazione con le autovetture dagli stessi possedute.