Le associazioni dei consumatori sono furiose: il Consiglio dei ministri ha prorogato di altri sei mesi l’entrata in vigore della class action. La norma per le azioni collettive risarcitorie, introdotta con la Finanziaria del 2008, sarebbe dovuta diventare operativa già a giugno, poi con la manovra d’estate era stata sospesa fino al 31 dicembre. Ora questo nuovo slittamento contenuto nel decreto milleproroghe, che rimanda l’entrata in vigore della class action al 30 giugno 2009, agita oltremodo le associazioni dei consumatori. "Non è altro che l’ennesima truffa a danno degli utenti – ha commentato il numero uno del Codacons Carlo Rienzi – Ci avevano promesso non solo che la class action sarebbe stata introdotta in Italia il prossimo primo gennaio, ma addirittura che sarebbe stata estesa anche alla Pubblica amministrazione. Ora si assiste al nuovo rinvio, di fatto una presa in giro per i cittadini che continuano a essere vessati da imprese ed enti vari"Sulla stessa linea anche i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti e Elio Lannutti: "Vergogna! Siamo indignati – hanno dichiarato in una nota i due – Questa legge, approvata durante la precedente legislatura, è stata prima rimandata dal governo Berlusconi con l’obiettivo di migliorarla; oggi, dopo aver peggiorato la legge eliminando la retroattività, viene ulteriormente rinviata di altri sei mesi". "è evidente che gli obiettivi sono altri – hanno continuato Trefiletti e Lannutti – Il governo e la Confindustria vogliono rendere impossibile l’azione di risarcimento per i danni subiti dai cittadini nelle truffe Cirio, Parmalat, ecc. e vogliono rimandare il più possibile l’attuazione della legge stessa". Ma a essere danneggiati da questo atteggiamento sono i cittadini, coinvolti nelle truffe – hanno sottolineato i presidenti di Adusbef e Federconsumatori – e tutti le imprese che, nel mercato, operano nel pieno rispetto delle regole. La class action, infatti, per le associazioni dei consumatori rappresenta non l’occasione per regolamenti di conti e attacchi indiscriminati alle imprese, ma doveva e dovrà essere un forte deterrente contro truffe e raggiri da parte delle imprese e un forte incentivo per un funzionamento del mercato trasparente ed efficace". Per questi motivi, hanno concluso Trefiletti e Lannutti, – le imprese sane, che operano correttamente nei confronti dei cittadini e che sono in Italia la stragrande maggioranza, dovrebbero essere favorevoli e non resistere all’attuazione immediata della legge". Ma le associazioni non rimarranno con le mani in mano. Il Codacons, per esempio, ha già annunciato un esposto al Tribunale delle Anime contro il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, e contro tutti i ministri dell?attuale governo, per le bugie raccontate ai cittadini italiani in merito alla legge sull?azione collettiva”. Non solo. L?associazione “farà partire migliaia di cause individuali da parte di singoli utenti contro le aziende, con conseguente rischio di fallimento per le imprese chiamate a risarcire i cittadini”. Per onore di cronaca va detto però che il ddl Brunetta, approvato oggi in Senato, prevede – come promesso dal ministro – all?articolo 3 “la possibilità di promuovere una class action nei confronti di amministrazioni e concessionari di servizi pubblici che si discostano dagli standard qualitativi ed economici fissati o che violano le norme”.