Il Codacons, in base a notizie riservate giunte all’associazione secondo cui in Italia l’anagrafe bovina funzionerebbe al 50%, ha diffidato il Ministro Pecoraio Scanio a verificare la situazione ed informare i consumatori, ha inoltrato inoltre al Procuratore di Torino Guariniello e ad altre 58 Procure d’Italia un esposto per verificare come sono le cose in realtà, considerato che la mancanza di tale anagrafe consente ancora di trovare vitelli con la testa di tori e mucche anziane con il cervello di un vitellino?(!!!) Mentre in Italia parte una assurda campagna per far tornare i consumatori alla carne, l’U.E. si accinge ad imporre al nostro paese i test obbligatori su tutti i vitelli sopra i 30 mesi anche se non avviati al consumo alimentare. Il Codacons chiede ai ministri competenti di bloccare la campagna per il ritorno alla carne e iniziarne una con lo slogan ?vegetariano per sei mesi?e levi il prione dalla spesa?. Le Autorità Governative e sanitarie americane e canadesi e l’Organizzazione Mondiale della sanità sono molto preoccupate della possibilità, finora solo teorica, che la malattia della mucca pazza si possa diffondere con il sangue. ?Sarebbe terribile?dice Luc Noel, cooordinatore della sicurezza sulle trasfusioni presso la World Health Organization di Ginevra, ?Se risultasse vero avrebbe un impatto di gran lunga superiore alle farine animali nella diffusione nella diffusione della malattia in tutto il mondo?. La Food and Drug Administration ha deciso di allargare il divieto delle trasfusioni di sangue e dei suoi prodotti (plasma, albumina, immunoglobulina, fattori della coagulazione) a tutti coloro che sono vissuti in Inghilterra per 6 anni dal 1980 e a quelli che sono vissuti in Francia e Portogallo per 10 anni. La Croce Rossa Usa ha affermato che per le Autorità sanitarie la sicurezza della gente deve essere la priorità n. 1 e che il bando delle trasfusioni deve estendersi e restringersi a tutti coloro che sono vissuti, negli ultimi 10 anni, tre mesi in Inghilterra o un anno in un altro paese d’Europa. Il prof. Emilio De Lipsis, consulente medico del Codacons, chiede al Ministero della Sanità che tali misure cautelative siano adottate anche in Italia, ricordando che nel passato la contaminazione del sangue con HIV ha provocato la morte di tantissime persone per AIDS.