Nel 2008 la crescita dei salari sarà in linea con il tasso di inflazione: è quanto stima l’Ires-Cgil anticipando i dati del rapporto sulle retribuzioni che sarà diffuso a gennaio. Quest’anno le buste paga aumenteranno insomma del 3,4-3,5 per cento, il che significa – sottolinea la Cgil – che le retribuzioni sono praticamente ferme. Notizia poco confortante per l’andamento dei consumi, già in difficoltà: meno soldi equivalgono a meno spese potenziali. Lo scorso anno i salari erano cresciuti del 2,3 per cento rispetto a un aumento del tasso d’inflazione pari al 2 per cento. Secondo il sindacato di corso d’Italia nel 2008 le retribuzioni saranno più alte a livello nominale, ma più basse in termini di disponibilità reale rispetto alla crescita dei prezzi. «Secondo i nostri dati il calo dei consumi è un fatto concreto – commenta Agostino Megale, presidente dell’Ires – e purtroppo destinato a peggiorare nel 2009 in assenza di interventi fiscali del Governo a sostegno dei redditi e delle pensioni». Aumenta anche il gap, la differenza tra le retribuzioni di operai e impiegati da un lato e imprenditori e liberi professionisti dall’altro. Tra il 2002 e il 2008 le buste paga dei primi sono diminuite di 1.600 euro, mentre le retribuzioni dei secondi sono aumentate di 9 mila euro. Inflazione, dieci anni di "più". L’inflazione è cresciuta di oltre il 32 per cento in dieci anni e a spingere la corsa dei prezzi al consumo sono state soprattutto le spese per abitazione, acqua, luce, gas e trasporti. Secondo l’analisi dei prezzi al consumo nel periodo 1995-2007, contenuta nel Rapporto prezzi 2008 realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio, l’andamento dei prezzi al consumo negli ultimi dieci anni evidenzia comportamenti diversi tra i vari capitoli di spesa. Al crollo del comparto delle comunicazioni, in calo di quasi il 30 per cento nel periodo considerato, fa da contraltare l’aumento di oltre il 47 per cento delle spese per l’abitazione, acqua, luce e gas e quello della voce trasporti cresciuti di quasi il 40 per cento. Benzina in discesa. Nonostante la crisi, qualche regalo di Natale i consumatori lo hanno ricevuto: il prezzo della benzina, grazie alla brusca frenata del petrolio, continua a calare e in alcuni casi si attesta sotto un euro al litro, per esempio nei distributori Agip che attuano l’iperself, vale a dire quegli impianti che offrono, durante le ore di chiusura della stazione, un ulteriore sconto di 6 centesimi sul prezzo dei carburanti. Rispetto alla scorsa estate, comunque, il prezzo dei carburanti ha segnato un calo di circa 50 centesimi, vale a dire circa 25 euro in meno per ogni pieno. Più in generale, nelle principali stazioni di servizio, la benzina e il gasolio costano 1,11 e 1,06 euro al litro (nelle 2.600 distributori Agip, che praticano l’iperself, è sceso finanche sotto un euro al litro). Bissando così il caso della Francia, dove la benzina senza piombo è venduta a meno di un euro, sui livelli antecedenti al 2004. Codacons, dopo natale gli avanzi. In tempi come questi l’abitudine dello spreco sembra ridimensionarsi e si ritorna all’arte del riutilizzo, anche in cucina. Secondo i dati del Codacons, il 75 per cento delle famiglie italiane sta ancora mangiando gli avanzi (abbondanti) di Natale. Intanto Telefono blu precisa i dati sul calo dei consumi natalizi: non c’è stato un tracollo – spiega l’associazione dei consumatori – ma la diminuzione è comunque impressionante. Per i regali la flessione è in quasi tutte le regioni del 9 per cento; peggio al Nord che al Centro-Sud e male soprattutto il settore tessile che ha perso il 20 per cento rispetto all’anno scorso. Per pranzi e cenoni la flessione è ancora più alta, con un meno 14 per cento al Nord mentre nel Centro-Sud la flessione è intorno all’8 per cento. Ossessione tasse. Anche durante le vacanze natalizie gli italiani non hanno smesso di pensare al fisco. Nei soli giorni del 24, 25 e 26 dicembre sono stati sono stati ben 52.573 i cittadini che hanno chiamato lo Sportello del Contribuente. Il prezzo del cenone scende. Saranno quasi 5 milioni e mezzo le persone che sceglieranno il ristorante per festeggiare l’ultimo dell’anno, grazie anche ai prezzi più contenuti. È la stima della Fipe-Confcommercio che prevede una spesa di 450 milioni di euro per la notte di San Silvestro e un prezzo medio del cenone con veglione di circa 83 euro, con un calo di quasi il 7 per cento rispetto al 2007. Eolie a rischio tracollo. Il problema, di non poco conto, viene posto dal sindaco di Lipari, Mariano Bruno: «Alle Eolie si sta rischiando il tracollo economico, anche a causa dei tagli di traghetti e aliscafi della Siremar, diretti nelle nostre isole, che penalizzano il turismo». E ancora: «Qui la recessione è già gravissima. Ci sono operatori che non possono più pagare i mutui. Diversi esercizi commerciali stanno chiudendo».