L’indice armonizzato ha presentato un aumento dello 0,7 per cento ad aprile rispetto a marzo 2002 e del 2,5 per cento,rispetto ad aprile 2001-dice l’Istat. Hanno inciso il capitolo trasporti (+0,8); alimentari e bevande analcoliche (+0,6);
alberghi,ristoranti e pubblici esercizi (+0,5) che hanno registrato aumenti del 4,2 per cento negli ultimi 12 mesi. Ma l’effetto changeover,che non doveva ufficialmente pesare,comincia invece ad influire,come sanno a proprie spese milioni di italiani e che anche l’Istat comincia timidamente ad ammettere: bar e cappuccino sono cresciuti del 2,5 per cento nei primi tre mesi del 2002,con un trend superiore allo 0,8 per cento del 2001 !
Al di là dei sofismi e delle molteplici interpretazioni,l’aumento del carovita, che doveva riassorbirsi ad aprile dopo il cambio della moneta, non è affatto diminuito a causa della lunga rincorsa agli arrotondamenti,che l’Istat tarda a registrare: come si spiega la lieve incidenza nel paniere,pari allo 0,5075 dei servizi bancari,aumentati del 10 per cento negli ultimi mesi e dello 0,5440 delle assicurazioni sui mezzi di trasporto,rincarati del 10,7 per cento ?
I prodotti alimentari e bevande non alcoliche,aumentati dello 0,6 per cento ad aprile,del 4,2 per cento nell’ultimo anno,pesano sul paniere il 17 per cento; alberghi, ristoranti e pubblici esercizi,rincarati dello 0,5 per cento ad aprile,del 4,2 negli ultimi 12 mesi,hanno un peso dell’11 per cento sul paniere;i trasporti pesano il 14 per cento e sono beni primari dei quali le famiglie, con i figli in età scolare (l’istruzione pesa meno dell’1 per cento sul paniere),non possono fare a meno.
Possono evitare di acquistare voci di spesa quali ?ricreazione,spettacoli e cultura? (pesa l’8 per cento sul paniere); abbigliamento e calzature (pesa più del 10 per cento); mobili ed articoli per la casa (meno del 10 per cento);ma non possono evitare di mangiare e di viaggiare per andare a scuola o al lavoro !
Per questo le famiglie si sentono più povere,non arrivano più a fine mese perché al di là delle interpretazioni statistiche,l’euro con i connessi aumenti,si mangia una settimana di stipendio o di salario e devono attingere ai risparmi ( il risparmio delle famiglie è sceso da 50.000 miliardi di euro del 1997 a 30.000 miliardi di euro (stime) del 2001, oppure indebitarsi per sopravvivere.
E’ scandaloso che i costi dello changeover (pari all’1,5 per cento del fatturato) ed i mancati incassi delle banche sui cambi di valute e divise dell’area euro,vengano disinvoltamente addossati ai consumatori.
Carlo Pileri |
Elio Lannutti |
Carlo Rienzi |
Rosario Trefiletti |