ENI SANNAZZARO: L’INCENDIO RIVELA INERZIA DELLA P.A.
NONOSTANTE SI TRATTI DI ATTIVITA’ RISCHIOSA PER I CITTADINI, POCHE INFORMAZIONI E SOLO SU OPUSCOLI
NESSUN DANNO AMBIENTALE? DUBBI A RIGUARDO
CODACONS DIFFIDA LA REGIONE LOMBARDIA
Fortuna ha voluto che, almeno nell’immediato, l’incendio divampato alla raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi lo scorso 1 dicembre non abbia messo in serio pericolo l’abitato cittadino e degli altri comuni confinanti.
Il Piano, predisposto dal «prefetto, d’intesa con le Regioni e con gli enti locali interessati (Comuni e Province, ndr)», recita la normativa, dovrebbe essere messo a disposizione della cittadinanza. È stato fatto? A metà.
E’ stato solo distribuito un’opuscolo, il «Piano di emergenza comunale», che per sommi capi ricostruisce quali sono i rischi industriali e ambientali a cui la città è esposta e i comportamenti da adottare in caso di incidente, aree di ammassamento comprese. Il tutto però rimane praticamente su carta.
Per la sicurezza dei cittadini non basta un’opuscolo, occrrono interventi e incontri al fine di istruire la città in caso di emergenza.
Inoltre, nonostante i dati diffusi, dubbi permangono sulla stima dell’area circa l’assenza di conseguenze alla salute per i residenti.
Il Codacons diffida la Regione Lombardia affinché venga attuato un adeguato piano di emergenza e vengano fissati incontri con i cittadini per istruirli al fine di evitare possibili danni alla loro incolumità.