Vittoria dell’Intesa dei consumatori contro l’Istat. Il Consiglio di Stato, infatti, presidente Dott. Riccio, Relatore Patroni Griffi, dopo due ore di discussione (per l’Intesa presenti in udienza l’avv. Carlo Rienzi e l’Avv. Giuseppe Ursini) e altrettante di camera di consiglio, ha rigettato il ricorso presentato dall’Istat per sospendere l’ordine del Tar del Lazio (che, come si ricorderà, aveva imposto all’istituto di mostrare all’Intesa tutta una serie di documenti relativi al paniere).
Una vittoria importante, sostiene l’Intesa, a favore della trasparenza e dei cittadini.
Ora l’Istat, sostengono le 4 associazioni (ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI) dovrà esibire i documenti relativi al paniere indicati dal Tar del Lazio. In caso di ulteriore rifiuto l’Intesa dei consumatori chiederà le dimissioni del Presidente Luigi Biggeri e la nomina di un commissario ?ad acta?.
Ecco quindi i documenti che l’Istat dovrà immediatamente fornire all’Intesa:
1. provvedimenti contenti i criteri di determinazione degli inserimenti e delle esclusioni
dei beni nel paniere ISTAT,
2. provvedimenti contenenti i criteri e le modalità di rilevamento dei dati da parte dei
comuni,
3. provvedimenti contenti le scelte in ordine al numero dei rilevatori riutilizzati, alle
modalità di rilevamento, al numero di esercizi commerciali visitati, al periodo dell’anno
preso in considerazione, nonché le relative ed effettive e concrete realizzazioni,
4. N. I. dei prezzi da Gennaio 2000 al dicembre 2001 dei 900 prodotti rilevati per
comune e per capoluogo con (anno, mese, codice prodotto, nome prodotto, città, NI)
relativi ai dati nazionali, ed ai dati di Roma e di Milano e la visione per i dati relativi da
gennaio 2002 a luglio 2002;
5. spese rilevate per mese nell’indagine sui consumi delle famiglie a livello
nazionale e per prodotto, e la visione dei dati del 2002;
6. i dati analitici nazionali e dati analitici dei Comuni interessati per prodotto ed i bilanci di
famiglia mensili per ogni singolo prodotto rilevato nel 2001.
Avevamo quindi ragione nel richiedere all’Istat di aprire armadi blindati da una burocrazia
retriva, nemica della trasparenza,quindi in contrasto con le spinte alla chiarezza che
provengono dalla società ed anche da dirigenti della pubblica amministrazione più permeabili ai concetti basilari di società moderne. Ora la battaglia si sposta sui ?pesi? irreali del paniere Istat i quali,come nel caso della tariffa RC Auto,ha un peso ?virtuale? dello 0,4 per cento contro una spesa reale del 5 per cento pagata ogni anno da una famiglia che guadagna 15.000 euro netti l’anno; delle tariffe bancarie e postali ; degli Eurostar e di tutta una serie di prodotti la cui percentuale ?statistica? sembra sia appositamente studiata per danneggiare diritti ed interessi dei consumatori.