Il mercato non ha gradito l’operazione (pur giusta) di accorciamento della catena di controllo Pirelli ? Olivetti – Telecom, contestando la nuova struttura del gruppo con un pesante ribasso, ieri in Borsa, dei titoli Telecom (-10,64%),Telecom risparmio (-16,31 per cento) e Pirelli (-11,2 per cento), che hanno contribuito ad affondare Piazza Affari con una pesante perdita del 3,50 per cento, mentre Olivetti ? le cui quotazioni sono state probabilmente puntellate negli ultimi mesi per preparare il concambio favorevole – è stata premiata con un più 4 per cento.
I più penalizzati sono gli azionisti di risparmio Telecom, che vedono sfumare la speranza di una conversione con le ordinarie, mentre tutti gli azionisti delle Telecom si ritrovano con una società che aumenta il debito di 25 miliardi di euro (passato infatti a 43 miliardi, da 18 miliardi originari di euro): il ?parco buoi? degli azionisti risulta molto, molto penalizzato da un progetto i cui aspetti tecnici, porta il discutibile valore di concambio di un` azione Telecom, ogni sette azioni Olivetti (anche il diritto di recesso per i soci Olivetti ad 1 euro, sarà garantito da 5 miliardi di euro di nuovo debito accollato a Telecom Italia).
Ma al di là degli aspetti finanziari molto, molto discutibili, che saranno approfonditi dai mercati e dai Fondi, soprattutto esteri – essendo quelli italiani storicamente incapaci di offrire autonome valutazioni a tutela degli investitori-risparmiatori – alle associazioni di consumatori interessano soprattutto i risultati negli standard di qualità e nei costi dei servizi erogati all’utenza.
Tutte le fusioni e le incorporazioni effettuate in questi anni in Italia, a cominciare dal settore bancario a quello industriale, mentre sulla carta promettevano di effettuare economie di scala anche per abbassare i costi ed offrire servizi di qualità, in realtà non hanno raggiunto nessuno degli obiettivi prefissati !
Soprattutto la Telecom, che in precedenza aveva raggiunto standard accettabili nell’erogazione dei servizi telefonici pur previsti dal regolamento, negli ultimi tempi, piuttosto che migliorarli come le regole della concorrenza avrebbero imposto, sono riuscite perfino a peggiorarle (non si rispettano più i tempi previsti per la fornitura della telefonia fissa, mentre chi ha un guasto deve aspettare le calende greche per ripararlo!), con buona pace del mercato e dei diritti dei consumatori.