La forte crescita della raccolta premi delle compagnie assicurative che, nel 2002, si e` attestata a 87,7 miliardi di euro realizzando un aumento del 15,0% rispetto allo scorso anno, quando l`incremento era stato del 12,7%, dimostra l’ottimo stato di salute di un settore poco trasparente ed opaco, che continua a fare affari sulla pelle dei consumatori.
La performance positiva della raccolta 2002 e` da attribuire soprattutto al boom delle polizze vita, i cui premi hanno raggiunto i 55,3 miliardi con una crescita del 19,4% portando il settore vita ad avere una incidenza sul Pil dal 3,8 al 4,4 per cento e sul totale dei premi, dal 60,8 del 2001 al 63,0 per cento del 2002.
Ma anche la crescita dei rami danni, con una incidenza sul Pil dal 2,5 al 2,6 per cento ed una crescita dell`8,3 per cento arrivata a quota 32,4 miliardi di euro ed un risultato superiore al +7,4% del 2001, dimostra la buona salute del settore RC auto, con un incremento dell`8,0 per cento e premi per 19,6 miliardi di euro, dimostra che le ?piagnose? teorie dell’Ania sulla perdita del settore raccolte dal Governo e dal ministro Marzano erano campate in aria, sparate apposta per restringere i diritti dei consumatori mediante l’approvazione di una vergognosa legge truffa ?salvacompagnie?.
Al boom delle polizze vita, conseguenza di un diverso orientamento assunto dai risparmiatori, che in un periodo di forte incertezza dei mercati finanziari, hanno scelto forme di investimento alternative, non corrisponde altrettanta trasparenza nel piazzare prodotti spesso rischiosi e senza prospetto informativo, con altissimi ?caricamenti? (capitale non investito ma trattenuto per le spese pari al 13-15 per cento in media), spesso foriere di cattive sorprese all’atto del recesso anticipato quando Isvap tollera venga intaccato il 30-40 per cento del capitale versato.
Le assicurazioni continuano a fare utili sulla pelle dei consumatori e grazie alla benevolenza – se non complicità – del Governo Berlusconi-Marzano, proprio ieri deferito davanti alla Corte di Giustizia europea per il mancato recepimento di una direttiva, scaduta il 20 luglio scorso, che imponeva di accorciare le note lungaggini superiori ai 3 mesi, nei risarcimenti dei danni ai consumatori europei, che l’Intesa dei Consumatori giudica ?scandalosa?.