In quest`epoca di black-out non annunciati e poi fatti oppure annunciati e poi non fatti, il tema dell`inquinamento luminoso diventa di stretta attualità. Non è solo un fatto romantico poter vedere le stelle nelle sere d’estate, è una questione di miliardi sprecati. Ogni luce artificiale che eccede in intensità e direzione, disperdendosi al di fuori delle aree che è necessario illuminare e, in particolare, tutta la luce orientata al di sopra della linea dell’orizzonte e quindi dispersa verso l’alto, è considerata inquinamento luminoso dell’atmosfera, oltre ad essere un inutile spreco. Strade illuminate male con conseguenti incidenti stradali, ville con fari fastidiosi puntati sulle strade, campi sportivi che proiettano luce nelle case, pericolo per le rotte aree, danni alla flora e alla fauna, notti insonni, insegne pubblicitarie che deturpano l’ambiente, osservatori astronomici in difficoltà, tasse in più pagate dal cittadino per Comuni spreconi che illuminano a giorno tutte le vie. Altro che risparmio energetico.
Il fenomeno è preoccupante: si ha un aumento di luminosità del 10% ogni dodici mesi. Colpa anche di alcune leggende metropolitane. Non è vero, ad esempio, che una strada illuminata a giorno è più sicura per gli automobilisti. Quello che è importante è il tipo di illuminazione adottato. Per certe strade (incroci, strade urbane) conta molto di più avere una luminanza della pavimentazione che garantisca un buon contrasto, una luce che consenta la percezione dei colori, piuttosto che una luce intensa che rende tutto uniforme ed indistinto, rendendo così più difficile scorgere eventuali ostacoli. Anche per l’ordine pubblico si sopravvaluta l’importanza della luce. E’ un luogo comune che i ladri girino alla larga da case illuminate con grande sfarzo e spreco di luci. Molto più utili sarebbero dispositivi a fotocellula, peraltro poco costosi, che illuminano il giardino solo al passaggio di un estraneo. Le luci intense creano poi zone d’ombra in cui il delinquente può più facilmente intrufolarsi o nascondersi. Non è mai stata dimostrata, inoltre, una correlazione statistica tra riduzione del crimine e livello di illuminazione. Non per niente la maggior parte dei delitti avviene di giorno.
Il problema è, comunque, di ampia portata e ha risvolti economici e sociali non indifferenti. Un Comune di 50.000 abitanti spende circa 370.000 euro ogni anno per l’illuminazione pubblica. In Italia si potrebbero risparmiare dai 150 ai 300 milioni di euro all’anno di costi energetici. Basterebbe regolare l’illuminazione in relazione alle reali esigenze (ad esempio per le strade in relazione alla loro classificazione e in base all’intensità di circolazione), dire stop ai lampadari con ottiche disperdenti, come i globi che irradiano in tutte le direzioni, sostituendoli con lampioni schermati, utilizzare lampade ad alta efficienza come quelle al sodio (a bassa o alta pressione), non orientare le luci con un angolo di incidenza superiore ai 90° e così via.
Il Codacons chiede l`approvazione di una legge in materia che affronti il problema. Da anni giacciono alla Camera e al Senato proposte di legge sull`inquinamento luminoso, ma in Commissione non si è ancora nemmeno giunti ad un testo unificato.
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