L’IntesaConsumatori ha sempre ritenuto importante l’obiettivo del miglioramento del ruolo e delle funzioni dell’Istituto nazionale di Statistica per le ricadute che i dati ufficiali hanno su tante delicate questioni, come i contratti, gli affitti ed altri parametri economici.
Abbiamo sempre sostenuto, inoltre, che per fare questo è necessario affrontare e risolvere tre problematiche, ossia: la modifica delle voci del paniere, che non sono aderenti alla realtà; la modifica dei relativi indici e pesi e l’accuratezza delle rilevazioni dei dati territoriali.
Ma è proprio questa ultima questione che suscita in noi il massimo della diffidenza.
Infatti, come è possibile che ci sia tra due città diverse come Firenze e Napoli uno scarto su base annua del tasso di inflazione addirittura del 75% ?.
Il differenziale di 1,2 % tra una città ed un’altra ( Torino 2,8% e Bologna: 1,6% ) sarebbe possibile soltanto qualora i tassi di inflazione formalizzati dall’Istat fossero molto alti, ad esempio del 7-8% e quindi, potrebbe essere credibile a quei livelli uno scarto di 1,2 punti percentuali.
Riteniamo che questa sia un’ulteriore dimostrazione di scarsa accuratezza nella rilevazione dei dati territoriali e ci domandiamo perché l’Istat, per prima, non sia più attenta a queste che noi giudichiamo gravi anomalie ponendo in essere una serie di correttivi sia a livello centrale che periferico.
E’ giunta l’ora, quindi, di aprire un tavolo di confronto serio su tali questioni per giungere a quegli interventi necessari affinché vi sia una maggiore attendibilità, ora non realizzata, dei dati inflattivi e vogliamo ribadire con urgenza, inoltre, la richiesta della definizione di panieri differenziati per fasce di reddito e consumi.