Davvero il brutto il caso che il Codacons si appresta a raccontare. Un cittadino napoletano, infatti, aveva da tempo, per conto della propria società, rapporti con la banca Monte dei Paschi di Siena. Rapporti ottimi fino a quando il direttore di quella filiale non è cambiato. Qui infatti iniziano i problemi del correntista.
Nell’ambito di normali rapporti commerciali con l’istituto di credito, il cittadino in questione aveva un conto sul quale veniva accreditato e addebitato denaro, conto che in alcuni casi andava in rosso per poi riportarsi in attivo.
Un andamento normale per chi gestisce una società di natura commerciale e svariate somme di denaro.
Inaspettatamente però la banca assume un atteggiamento diverso e decide di mettere alle strette il cliente. Gli viene dapprima contestato un assegno scoperto: il cittadino si reca in banca con i soldi per saldare il debito. Non bastavano. Gliene vengono chiesti altri. Il correntista allora, con la somma totale richiesta, si reca presso la filiale Mps ma l’assegno gli viene protestato e il conto chiuso senza alcun preavviso.
Lo sfortunato protagonista della vicenda, a causa del comportamento della banca, viene preso dallo sconforto e con un gesto estremo tenta il suicidio. Fortunatamente si salva e, dopo essersi ripreso, decide di rivolgersi alla sede di Napoli del Codacons.
L’avv. Giuseppe Ursini, vicepresidente dell’associazione e responsabile della sede di Napoli, ha deciso di difendere il cittadino maltrattato dalla banca ed ha avviato una clamorosa controffensiva: il Codacons infatti, per conto del correntista, ha avviato dinanzi al Tribunale di Napoli una causa di risarcimento danni per 1 milione di euro, affinchè il cittadino venga indennizzato per la forte depressione causatagli dalla banca e sfociata in un tentativo di suicidio.