BRUNO VESPA SI ACCORGE CHE IN ITALIA I PREZZI SONO ALTI…IN CORSICA!

Sconcertante corsivo oggi su Il Gazzettino, a firma di Bruno Vespa che, trasformatosi in inviato speciale per alberghi e ristoranti, nota il caro-acqua minerale e si ricorda solo in Corsica che a Fontana di Trevi a Roma ha pagato 2,5 euro per una birra piccola.
Vorremmo consigliare al grande guru della politica televisiva di girare per i supermercati della periferia romana e non soltanto ?con il suo minuscolo gozzo di 7 metri e mezzo come tender delle banche ben più grosse dei suoi amici? (ci tiene molto ad apparire povero e modesto) o per ristoranti di lusso di Canneto sull’Oglio anche perché, siccome non crediamo che gli facciano pagare il conto, è l’unico modo per lui per rendersi conto dei gravissimi problemi economici delle massaie italiane e, vista la sua attenzione verso la questione dei prezzi, ci auguriamo che voglia aderire allo sciopero della spesa e dell’auto indetto dall’Intesa per il 16 settembre.

Corsivo di Bruno Vespa pubblicato oggi su Il Gazzettino:

Capo Corso. A Port-de-Centuri, un delizioso villaggio appeso su questo ditone del nord della Corsica proteso verso la Liguria, un bicchier d`acqua costa un euro. Sono rimasto di sale, pur avendo da poco subito in un negozio di alimentari di Fontana di Trevi la rapina di due euro e mezzo per una piccola birra che costa meno di un euro al supermercato. Quello di Roma era pur sempre un negozio del centro, quello di Centuri uno sperduto baretto. Tant`è. La Corsica è cara per quanto è bella. Verde e selvaggia, senza speculazione edilizia, orgogliosa della sua isolanità: soltanto a Bastia troverete insegne in francese. Nei paesi ogni indicazione è in lingua corsa, spesso le scritte in francese sono cancellate. Anche Nonza è cara. Bellissima, con le case dai tetti in scisto, una roccia verdastra che sembra ardesia e i muri a secco come li fanno, splendidamente, a Linosa. Nonza s`affaccia sulla baia di St. Florent con le montagne digradanti sulla spiaggia lunga, nera e deserta. L`acqua unisce i tre colori del mare: blu cobalto fino a cento metri dalla costa, celeste chiarissimo fin quasi alla battigia e infine bianche le onde che vi si rifrangono. Ma i prezzi son quelli che sono. Se volete una camera doppia in una pensione vi chiedono ottanta euro, che salgono a centotrenta se ci affiancate la cameretta per i ragazzi. Al mercato di Bastia i pomodori costano cinque euro al chilo. Nelle isole greche, come vedremo, si comprano a un terzo. A buon mercato, rispetto all`Italia, solo i posti barca nei porti, che qui in Corsica stanno dovunque debbano stare. Mi sono tolto quest`anno lo sfizio di andare fino in Corsica col mio minuscolo gozzo Apreamare di sette metri e mezzo come tender della barca ben più grossa dei miei amici. Bene, fermarmi a Portu Paul Luigi di Macinaggio – dove potrebbero chiedervi quel che vogliono, visto che è il primo approdo per chi viene dall`Italia – mi è costato 15 euro e venti centesimi per notte. A Cala Galera, sull`Argentario, il prezzo – ancora basso – era di 23 euro per giugno e di 33 per luglio e agosto. A Marciana Marina, nell`isola d`Elba che sta di fronte alla Corsica, in giugno i 15 euro di Macinaggio diventavano 28. Nella mia carissima (in ogni senso) isola di Ponza sono arrivati a chiederne ottanta, dieci euro al metro.I prezzi di Capo Corso mi hanno fatto ripensare a quelli di Londra, pur essendoci una sostanziale differenza dovuta alla forza della sterlina, che costa tremila lire, un euro e mezzo. Trent`anni fa la sterlina – inchiodata a milleottocento lire – crollò per un breve periodo a millecinquecento. La svalutazione accadde mentre ero lì e fu una festa. Durò poco. La sterlina è salita, salita ed è arrivata a tremilatrecento lire. Una tragedia. Adesso si è stabilizzata sull`euro e mezzo, ma per gli europei continentali continua ad essere troppo cara. Ho passeggiato un pomeriggio a New Bond Street, l`equivalente di via Condotti a Roma, via Montenapoleone a Milano, via Tornabuoni a Firenze. Bene, i negozi delle grandi griffe erano vuoti (come a Roma). Un italiano che lavora lì scuoteva la testa: “Questa strada è finita“. Sono entrato nella raffinatissima libreria antiquaria di Asprey: prime edizioni da Churchill a Byron a qualche migliaio di sterline l`una. Nel minuscolo box annesso per articoli da scrittura, ogni foglietto di carta (bella) costava un euro, ovviamente senza incisione. Sono sceso a piedi per i quattro piani: ho contato sedici commessi e due visitatori.Più a buon mercato, paradossalmente, le sculture medievali dell`antiquario accanto. Un tempo a Londra i taxi erano economici. Finita anche qui la pacchia. Per andare da Mayfair a Kensington o a Notting Hill spendete 15/17 sterline. Un viaggio andata e ritorno di un`ora su un treno pendolari costa trenta euro, il doppio che in Italia. Per un whisky in un grande albergo pagherete venti euro. Eppure la differenza con l`Italia si riduce drasticamente se andiamo nella ristorazione di qualità o di lusso. Ho speso ottanta sterline da Gordon Ramsay, tre stelle Michelin, primo ristorante di Londra, uno dei primi al mondo. Se non prenotate almeno un mese prima, è inutile provare. Ce l`ho fatta con la raccomandazione di Antonio Santini, patron del magnifico `Pescatore` di Canneto sull`Oglio e gran tessitore di relazioni internazionali. Il prezzo è ovviamente da amatori. Eppure il posto – e il pasto -, visto il peso della sterlina, meritavano qualcosa in più. Uscendo, mi hanno detto che lo chef voleva salutarmi. Ramsey è a spasso per il mondo ad aprire ristoranti e ha lasciato la bottega a Simone, uno strepitoso cuoco italiano di ventisei anni di cui sentiremo molto parlare. Ma anche in altri posti alla moda ho trovato prezzi equivalenti a quelli italiani. Torniamo alle nostre isole. Rientrando dalla Corsica sull`Elba, ho trovato l`isola sempre bellissima, ma un po` trasandata e poco economica. Ha soltanto tre porti turistici e quello di Porto Azzurro è il migliore. A Marciana Marina, dove pure sono assai gentili, il porto è assai piccolo e non riesce a fornire correnti alle barche più grosse. Portoferraio, che è soprattutto commerciale, presenta una certa confusione. Un`isola magnifica dovrebbe fare di più. Ho parlato nell`articolo precedente degli alberghi a cinque stelle che non le meritano e dovrei dire la stessa cosa per un paio di alberghi elbani a quattro stelle.( La stessa cosa vale per alcune aree della Calabria). Non avendo visto quelli di tre stelle, non ho termini di paragone. Ma se a Marciana Marina e a Marina di Campo (che aspettano a fare qui un porto turistico?) spendete centocinquanta euro per dormire in una matrimoniale (peraltro ormai le singole non esistono più, come nel resto del mondo) dovreste aspettarvi qualche cosa di meglio. (A Firenze, d`altra parte, con questa cifra andate ormai soltanto in un alberguccio). Sono cresciuto in una stagione in cui prima categoria voleva dire prima categoria. Adesso, giustamente, si bada subito a dotare l`albergo di una piscina per avere il `bonus`. Ma questi prezzi sono salati per una clientela media e il servizio è mediocre per quella più alta. Un tempo avevamo la pensione familiare in cui si mangiava bene e il grande albergo in cui tutto funzionava al meglio. Adesso c`è un appiattimento che – Spagna e Grecia insegnano – porta la gente altrove.

Bruno Vespa