Sono decine le segnalazioni giunte, solo nella mattinata di oggi, di utenti che vogliono intentare causa contro i monopoli di stato e contro le multinazionali della sigaretta. La valutazione che i legali dell’associazione stanno facendo, da anni in prima linea nella lotta al fumo e allo strapotere delle compagnie del tabacco, è approfondita e selezionata. Le lettere che arrivano in posta elettronica danno l’idea di una situazione allarmante, la metà degli utenti che hanno contattato la sede nazionale dichiarano di essere affetti da enfisemi polmonari o bronchiti legate al fumo. Molti quelli che denunciano di essere fumatori incalliti ma moltissimi quelli invece che dichiarano che il male di cui sono affetti è strettamente legato al fumo passivo. E’ il caso clamoroso di Antonio De Sibio, assistente di volo per l’Alitalia per più di trent’anni. L’assistente, precisiamo non ha mai toccato una sigaretta, dopo anni passati a lavorare sui voli di medio e lungo raggio è stato sottoposto a prolungate esposizioni al fumo passivo, accentuate dall’epoca in cui fu istituita, a bordo degli aeromobili, la zona riservata ai fumatori. Infatti, – si legge nel ricorso presentato al Tribunale civile di Roma, sezione lavoro, dal legale dell’ex assistente, l’avvocato Luciana Selmi ? che la suddivisione delle aree ha fatto sì che il fumo rimanesse concentrato nella zona posteriore dell’aeromobile e dunque proprio nella zona di maggiore permanenza degli assistenti di volo, che in detta area operano per l’allestimento dei carrelli di ristoro, delle bevande, della merce duty free e per le necessarie registrazioni della documentazione. Oggi ad Antonio De Sibio, gli è stato riscontrato un’enfisema polmonare che i medici che lo hanno in cura hanno dichiarato possa ricollegarsi al fumo passivo assorbito durante le ore in cui era in volo (con una documentazione medica di assoluto spesssore). I legali dunque hanno chiesto di accertare la responsabilità del datore di lavoro, in questo caso di condannare l’Alitalia s.p.a., al risarcimento del danno alla salute, del danno biologico e morale subito dal ricorrente nella misura corrispondente al 40% di invalidità, ovvero nella misura di £ 800 milioni. Una causa che fa tremare le compagnie aeree, non è difficile supporre infatti che saranno decine gli assistenti che faranno causa contro le compagnie e che chiederanno centinaia di milioni come risarcimento.