IL PALAZZO ABUSIVO DEVE ESSERE ABBATTUTO: RICORSO AL TAR DEL CODACONS E 19 PAGINE DI MEMORIA SUI VERI COLPEVOLI DELLA MORTE DI CAMILLO VALENTINI
Stamani l`avv. Giovanni Margiotta, che difende la famiglia di Camillo Valentini, il Sindaco di Roccaraso tragicamente morto in carcere a Sulmona, sferrerà una dura critica alla Procura della Repubblica di Sulmona e alla sua indagine.
L`ufficio della Procura della Repubblica di Sulmona, infatti, ha incredibilmente negato al difensore di leggere le tre informative della Questura sulla cui base è stato disposto il sequestro e l`arresto del Valentini, con la strana conseguenza che stamani dinanzi al Tribunale dell`Aquila che deve convalidare il sequestro del carteggio e dei computers del Sindaco, e di 21.000 euro in contanti, l`avvocato difensore non dispone dei documenti su cui valutare la correttezza dell`operato del PM e su cui lo stesso Tribunale dovrebbe decidere.
L`avv. Margiotta chiederà stamani al Tribunale del riesame di dissequestrare immediatamente i 21.000 euro presi dalla polizia nella casa di Valentini senza alcuna giustificazione giuridica.
Ma non basta: in una memoria di 19 pagine, il vicepresidente del CODACONS , il napoletano avv. Giuseppe Ursini, mette a nudo, con precisione e freddezza, tutte le “stranezze“ di una indagine che non sta in piedi. Vediamone alcuni passi.
Il sequestro e l`arresto di Valentini si basano sulla testimonianza di un calunniatore di 75 anni, tal Vito De Russis, ma la vera scoperta , fatta leggendo le carte presentate dal PM al Tribunale, è che L`INTERROGATORIO DI COSTUI E` DURATO NOVE ORE SENZA INTERRUZIONE NEMMENO PER MANGIARE UN PANINO, E IN NOVE ORE IL POLIZIOTTO MASSIMILIANO MANCINI non gli ha mai chiesto – come prevede ora la legge sulle investigazioni private – se fosse un teste “indifferente“ ossia non interessato a ciò su cui o contro cui testimoniava. Così De Russis ha potuto nascondere che era implicato in decine di azioni giudiziarie per diffamazione proprio con il CODACONS, azioni da cui è uscito condannato ripetutamente e proprio per affermazioni analoghe a quelle prese per oro colato dallo SCO dell`Aquila e dal PM Leacche. Ma la stranezza è che in nove ore sono state riempite solo cinque pagine di verbale: come mai? – si chiede il CODACONS – cosa hanno fatto in nove ore i tre agenti di P.S. e il “teste“?
Ma un`altra clamorosa circostanza emerge dalla memoria del CODACONS: l`altro teste su cui si è basato tutto il castello accusatorio, e precisamente il proprietario del palazzo abusivo, l`amministratore della D`Aurora srl, Federico Tironesi, che ha registrato di nascosto con un registratore fornitogli dalla Questura dell`Aquila il Valentini, si era presentato anche nello studio del presidente del Codacons avv. Carlo Rienzi e aveva tentato di corromperlo ma, alla presenza di uno dei suoi collaboratori, era stato messo alla porta probabilmente con il suo registratore nascosto…come mai, se il registratore era della Questura, il nastro che contiene la prova della cacciata a calci del Tironesi non è stato messo a disposizione del Magistrato?
LE PERIZIE FALSE: il PM ha accusato il Valentini e il Codacons di avere spinto i propri periti di parte a dichiarare che il crollo del costone sotto cui sorgeva il palazzo abusivo poteva provocare gravi danni agli abitanti del palazzo (circostanza questa accertata dal Consiglio di Stato per mezzo del Dipartimento della Protezione civile), ma ora, dalla memoria del CODACONS , si scopre che proprio i periti del PM Leacche e della soc. D`Aurora avevano falsificato le perizie senza che la magistratura sulmonese intervenisse. E ancora: la società privata aveva assunto e pagato la figlia Barbara del perito del PM, Antonio Mancini, e aveva ricopiato la perizia fatta dal padre per il PM coperta dal segreto istruttorio. Si legge nella memoria:
“Nel corso di un procedimento amministrativo, infatti, la Società Immobiliare D’Aurora ha dato incarico di redigere una relazione sulla situazione geologica ed idrologica dell’area su cui è edificato il fabbricato alla Dott.ssa geologa Barbara Mancini la quale, in data 22.07.2001 ha predisposto una perizia tecnica sostanzialmente identica a quella predisposta dal di lei padre, Dott. geologo Antonio Mancini, su incarico del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sulmona nella persona proprio della Dott.ssa Maria Teresa Lacche in un procedimento penale pendente a carico del Signor Camillo Valentini ove parte offesa risultava essere proprio la D’aurora.
Il consulente del pubblico Ministero, quindi, nel procedimento era il padre del consulente della parte offesa anche se la consulenza è stata depositata in altro giudizio.
Oltretutto, la persona offesa ha di fatto avuto copia della relazione eseguita dal consulente del Pubblico Ministero nel corso delle indagini preliminari visto la identità tra la consulenza del padre e quella della figlia.
Ma vi è di più.
In altro procedimento amministrativo la Società D’Aurora ha nominato come consulenti i Dottori Sebastiano Rampello e Marcello Ciampoli i quali avrebbero eseguito le operazioni peritali verificando il costone e la sua franosità?.(ovviamente prontamente e falsamente esclusa) in data 22.01.2000 giorno in cui il Comune di Roccaraso è stato ricoperto da una spessa coltre di neve, tanto è che i mezzi spalaneve del Comune sono stati ininterrottamente impiegati per tutto il giorno per tentare di pulire le strade e spargere il sale.
Tale coltre di neve, definita dai consulenti ?appena una spolveratina? avrebbe permesso, a loro dire, di effettuare le operazioni peritali attraverso una ispezione visiva dei luoghi e dello strato litografico del costone…!!!!
In tale contesto è certamente degno di nota che, nonostante i due consulenti abbiano sostenuto di non aver mai effettuato il carotaggio del terreno (anche perché quel giorno sarebbe stato impossibile) hanno poi scritto, a pagina 11 della loro perizia, di aver esaminato il terreno ?per un intervallo di profondità compreso tra i 10 ed i 25 metri?.
Ma non finisce qui: i grafici effettuati e allegati alla loro perizia mostrano una pendenza completamente diversa rispetto al reale?.evviva!! non sono stati né incriminati, né arrestati, né si sono suicidati!!!!!!!!
Infine nella perizia sono stati indicati dei coefficienti di sicurezza completamente difformi dalla realtà ovvero da quanto accertato in una perizia dalla protezione civile.“
Nella memoria il CODACONS chiede ancora al Tribunale dell’ Aquila di sollecitare una indagine sul suicidio del Valentini e sullo strano metodo in uso nel carcere di Sulmona di fornire i detenuti di un sacchetto di plastica grande come una testa, e annuncia il ricorso al TAR contro le concessioni per il completamento del palazzo abusivo.