Con lo sciopero della spesa del 16 settembre, finalmente si è raggiunta la consapevolezza in tutto il Paese sulla gravità della situazione economica dovuta al calo del potere d’acquisto dei redditi.
Dai partiti di maggioranza e opposizione, ai produttori agricoli, ai commercianti, dal 16 settembre c’è stato un fiorire di riflessioni, di proposte, di polemiche.
Intesaconsumatori nell’esprimere soddisfazione per questo risultato, non può nascondere la preoccupazione per il fatto che tale dibattito non si traduca in fatti concreti volti a far diminuire i prezzi e le tariffe. Non si va oltre la polemica o gli spot propagandistici ma inefficaci ai fini del rilancio dell’economia e dei consumi e per ridare fiato alle finanze ed ai risparmi delle famiglie.
Intesaconsumatori è esterrefatta dalle risposte contraddittorie di esponenti del Governo che si rincorrono (in una concorrenza che non è quella da noi auspicata), e si contraddicono nelle proposte inefficaci. ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI chiedono quindi che la Presidenza del Consiglio si assuma il ruolo di coordinamento di interventi efficaci, che non potranno nascere se non da un tavolo che veda coinvolti tutti i soggetti interessati, come assicurato dal Vicepremier Gianfranco Fini nell’incontro avuto con i Presidenti di Intesaconsumatori alla vigilia dello sciopero della spesa. Un tavolo che veda coinvolte le parti sociali, i consumatori e la piccola e grande distribuzione.
Al Governo, in quella circostanza, IntesaConsumatori chiederà oltre ad interventi più opportuni sui prezzi al consumo e sui servizi a partire da quelli assicurativi e bancari, anche un impegno per una revisione del sistema di tassazione della benzina e degli altri derivati dal petrolio, e la restituzione del fiscal drag come prima misura fattibile e dovuta per restituire almeno in parte quanto perso dalle famiglie italiane in questi anni di rincari selvaggi. Nonché un blocco delle tariffe per evitare l’effetto moltiplicatore sui prezzi.