Berlusconi non ci sta e si ribella: ?Non voglio più sentir parlare di tagli e stangate?. Queste sarebbero le dichiarazioni recenti del Presidente del Consiglio, stanco di sentirsi ripetere gli stessi termini relativamente alle manovre economiche del Governo. Si sarà pure stancato il premier delle parole ?stangata? e ?tagli? ? afferma Intesaconsumatori ? ma ci dica allora che parole utilizzare per definire manovre e manovrine che mettono prepotentemente le mani in tasca agli italiani, decurtando i portafogli di 605 euro a famiglia! Senza contare la situazione dei prezzi dei carburanti che, in continua crescita, continua a impoverire le famiglie italiane, senza che il Governo intervenga con tagli (questi si necessari!) sulle accise. Da gennaio 2004 ad ora per l’aumento dell’accisa e dell’Iva di circa 4 centesimi al litro, l’introito maggiore per l’Erario è stato di oltre 500 milioni di euro, con una ricaduta non indifferente sui prezzi dei beni di largo consumo e, quindi, sui sempre più poveri italiani.
Si potrebbe parlare allora, prosegue ironicamente l’Intesa, di ?stang-agli? oppure di ?tagli-ata?, coniando nuovi termini che forse farebbero piacere al premier, ma che nella sostanza non cambierebbero nulla e direbbero la stessa cosa: la politica economica dell’esecutivo è una vera e propria mazzata per le famiglie italiane!
Sempre sul piano dei prezzi arriva oggi un importante riconoscimento per Intesaconsumatori e una accusa pesantissima per l’Istat, che avrebbe clamorosamente sbagliato i calcoli sull’inflazione. Un pool di ricercatori dell’ Università di Tor Vergata e dell’University of London, infatti, ha riconosciuto le tesi da tempo sostenute da ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI, arrivando a determinare che il calcolo sull’inflazione in Italia è errato.
Attraverso un accuratissimo e rigoroso studio (basato sul confronto tra l’indice dell’andamento dei prezzi al consumo per le famiglie a reddito medio, le rilevazioni del reddito disponibile e quelle sulla percezione delle famiglie sui cambiamenti della loro situazione finanziaria) gli economisti sono arrivati alla conclusione che l’Istat avrebbe sbagliato per difetto i conti sull’inflazione, la quale risulterebbe sottostimata di almeno il 6%!!!
Risultato che è esattamente quello che Intesaconsumatori va ribadendo da parecchi mesi, e che rispecchia in maniera incredibile la percezione che i consumatori hanno circa l’aumento ei prezzi avvenuto dall’introduzione dell’euro in poi.