“Adesso Vicenza rischia di perdere tutto: base Usa e relative compensazioni promesse solo a voce“. All`indomani della sentenza del Tar che dà ragione al Codacons e congela il cantiere Dal Molin, non tarda ad arrivare la presa di posizione del mondo economico berico. Lo stesso comparto che due anni fa aveva firmato un appello pubblico per il sì alla Ederle 2, confidando in un indotto commerciale che facesse da volano per l`intera provincia. “Io sono esterrefatto dal quel che succede – sbotta Giuseppe Sbalchiero, presidente dell`associazione Artigiani – . Questa è la solita Italia a due binari, dove le cose vanno avanti in due direzioni diverse. Adesso, basta, però, siamo stanchi di questo tira e molla sul Dal Molin. Le motivazioni e le carenze rilevate dal Tar andavano risolte da chi di dovere a tempo debito. Chi voleva realizzare la base Usa doveva preparare tutti i requisiti che servivano e se non l`ha fatto ora ne dovrebbe rispondere. Il futuro del nostro aeroporto e tutte le conseguenze economiche derivate dall`attuale ingarbugliata situazione? Meglio che non mi esprima“. Medesima rabbia e preoccupazione viene espressa dai vertici della Fiera. “Qui è stato sbagliato tutto – spiega il presidente Dino Menarin – prima andavano discusse le condizioni della costruzione della base Usa e soprattutto le compensazioni per Vicenza e poi si poteva procedere con l`iter. Invece qui è stato fatto il contrario ed ora rischiamo di perdere tutto. C`è solo tanto caos dannoso per tutti, e che alza di nuovo il livello di conflittualità sociale. Lo ripeto: qui rischiano di perderci solo i vicentini. Il governo centrale prenda in mano la situazione, ci dia delle rassicurazioni e stabilisca fin da subito contropartita e risarcimenti danni, come nel caso del nostro scalo vicentino“. Preferisce rimanere alla finestra il presidente dell`Associazione Industriali Roberto Zuccato che si limita a dire: “Aspettiamo di vedere cosa succede adesso. In questo momento così delicato e complesso, un commento in qualsiasi direzione rischia di creare incomprensioni“. A non risparmiare una presa di posizione sono invece alcuni commercianti del centro, gli stessi che non hanno mai esitato ad esporsi in prima linea su tutte le novità che periodicamente riguardano la vicenda base Usa. “Non se ne può più, si arrivi ad una conclusione – interviene Antonio Santagiuliana che, insieme alla collega Anna Jannò, rappresenta l`associazione “Vetrine del centro storico†– . Ormai Vicenza è conosciuta all`esterno solo per il problema della base Usa, nessuno parla più di Palladio o di altre cose che ci caratterizzano: vai in qualsiasi parte d`Italia e ti chiedono del Dal Molin. Ora basta! Che lo Stato decida cosa fare una volta per tutte. Gli americani? Non hanno mai comprato tanto da noi, ma sinceramente rimangono persone assai gradite: abbiamo un debito di riconoscenza con loro, hanno contribuito alla Liberazione del nostro Paese. E, per dirla tutta, di certo qui non sono gli americani a creare il disturbo che invece creano molti extracomunitari, rom o gente che si comporta scorrettamente o entra nei nostri negozi per chiedere continuamente soldi “. Silvia Maria Dubois In parata Una manifestazione dei soldati all`interno della base I commercianti Basta con questo tormentone. Gli americani? Meglio degli extracomunitari.