Si profila l`ennesima prevedibile stangata sulla bollette. Nel fine settimana l`Autorità dell`Energia deciderà sulle tariffe di luce e gas per i prossimi tre mesi e ieri l`istituto di ricerca Ref ha previsto un rincaro fino all`8% per l`elettricità . Vale a dire 35 euro sulla spesa annuale di una famiglia tipo. Il Ref spiega di aver elaborato le previsioni pubblicate dall`Acquirente Unico, il soggetto chiamato ad acquistare l`energia elettrica per famiglie e piccole imprese, “ipotizzando prezzi del barile e tasso di cambio euro/dollaro in media per il 2008 sui 120 dollari al barile e 1,53 dollari per la moneta americana“. Inoltre, sempre secondo il Ref, “entro fine anno devono essere recuperati circa 300 milioni di euro di maggiori oneri sostenuti dai distributori nel 2007 per il mercato vincolato. L`Autorità ha pochi margini di manovra“. Nei giorni scorsi altre due società di ricerca, Nomisma Energia e Rie, hanno pubblicato le loro stime, entrambe al di sotto di quelle di ieri: secondo il Rie il gas subirà un aumento del 4,6% e l`elettricità del 2,5%. Nomisma si aspetta invece 2,2% per l`elettricità e 4,6%per il gas. Per quanto un aumento sia inevitabile, va ricordato che queste previsioni si allontanano anche di 2-3 punti percentuali dalle decisioni reali prese poi dai commissari guidati da Alessandro Ortis. Infatti oltre al costo dell`energia, l`Autorità interviene su altre voci tariffarie (trasporto, incentivi, oneri vari) spesso per compensare l`aumento delle materie prime. Per questo il Codacons chiede di “eliminare i cosiddetti extra-costi che pesano sugli importi delle bollette per oltre il 6%“. Le tariffe, secondo l`ad di Enel Fulvio Conti “salgono molto meno di quello che dovrebbero: nell`ultimo anno il costo della materia prima è salito del 70% mentre le bollette soltanto del 10%“. Quindi l`attenzione rimane concentrata sul prezzo del petrolio che ieri a New York è rimasto oltre i 136 dollari nonostante la Shell abbia ripreso la normale produzione in Nigeria dopo gli attacchi subiti dei giorni scorsi. L`alto costo del greggio è stata tra l`altro la prima causa di un`altra giornata negativa per le borse europee e per Wall Street. Tutti gli operatori temono effetti negativi di lungo periodo sulle economie avanzate. Altre brutte notizie sono arrivate da Bruxelles dopo l`incontro tra i rappresentanti dell`Unione Europea e i produttori dell`Opec. Lontane le posizioni: “I prezzi del petrolio non scenderanno, l`Opec ha già fatto quello che poteva – ha esordito il presidente, Chakib Khelil, il ministro algerino per l`energia – nei prossimi mesi molto dipenderà dall`andamento del dollaro e dall`evoluzione dei rapporti tra l`Iran e l`Occidente“. Il segretario generale dell`Opec, il libico Abdallah el-Badri ha ribadito: “Non vogliamo aumentare la produzione. Non c`è penuria sul mercato“. Inoltre il cartello dei produttori ha dichiarato che l`incertezza sull`aumento della domanda nei prossimi anni riduce gli incentivi a investire in capacità di produzione. Il commissario europeo per l`energia, Andris Piebalgs, ha risposto che “non c`è alcuna ragione per mantenere dei tetti alla produzione e che la speculazione non ha un ruolo predominante nell`incremento del prezzo del barile“.