In queste ultime settimane Renato Brunetta, Ministro per la funzione pubblica, dopo aver annunciato il suo programma di innovazione nella pubblica amministrazione, sta proseguendo a rendere noto via internet retribuzioni, orari di lavoro e picchi di assenteismo dei dipendenti del suo dicastero, nonché le parcelle dei vari collaboratori e consulenti esterni. Dagli uffici ministeriali di Brunetta questo “tsunami di trasparenza“ (e di efficienza) è subito traslato anche nei palazzi capitolini del sindaco Alemanno, che ha adottato analoghi provvedimenti. Ovviamente i dati su retribuzioni, consulenze, orari e quant`altro sono stati ampiamente ripresi dalla stampa a piene pagine sui quotidiani, esattamente o quasi come, tempo fa, era già avvenuto per gli elenchi dei contribuenti pubblicati on line , negli ultimi giorni dell“era Visco“. Mentre l`attuale iniziativa del Ministro Brunetta è stata positivamente accolta, proprio perché segnale di trasparenza e di cambiamento, il precedente scoop mediatico di Vincenzo Visco non mancava invece di suscitare sconcerto ed irritazione, tanto che venivano avviate anche alcune indagini dalla Procura della Repubblica di Roma, nonché una richiesta da parte del Codacons di un maxi risarcimento danni per una somma totale di 20 miliardi, pari a 520 euro per ciascuno dei 38 milioni di contribuenti “sbattuti su internet“ ed una azione giudiziaria da parte di un gruppo d`imprese del Nord-Est per potenziali problemi che la pubblicazione avrebbe comportato a loro danno. Dopo gli interventi del Garante della Privacy Francesco Pizzetti e le dimissioni (o l`allontanamento) di Massimo Romano, Primo Dirigente dell`Agenzia delle Entrate, si possono esprime alcune considerazioni su quelle che potrebbero definirsi vere e proprie “viscate“. Tuttavia è necessario precisare che molti organi di stampa hanno vivacemente deplorato l`apparizione on line dei dati dei contribuenti, amplificandone però la divulgazione con la ripetuta pubblicazione sui quotidiani. Perché tale comportamento contraddittorio? Perché ovviamente notizie del genere fanno vendere, così come certi programmi televisivi fanno audience, puntando sul voierismo del pubblico. A queste performance telecomunicative sui contribuenti sono sempre piaciute, basta ricordare come verso la fine del 1996 aveva inventato la delazione telefonica (117) istituzionalizzata per combattere veri o presunti reati tributari, fomentando una miriade di tante piccole faide da cortile. Visco, inoltre, anche in altre occasioni ha sempre dimostrato di essere un lupo non incline a perdere il vizio. In occasione del XXX Convegno dei Ragionieri Commercialisti magnificò il sostanziale risanamento dei bilanci pubblici, la crescita del Pil, il successo delle riforme fiscali, la riduzione del tasso d`inflazione ed il raggiungimento di ritmi di crescita che non si verificano più dagli anni `60, nonché il contenimento della pressione fiscale “in linea“ con gli altri Stati d`Europa. Unici punti negativi e di preoccupazione, a suo giudizio, erano rappresentati: dal debito pubblico che in Italia è pari al doppio rispetto agli altri Paesi Europei e dall`aumento del costo del petrolio. Da parte nostra desideriamo evidenziare alcuni dati: l`aumento del debito pubblico e del tasso di inflazione, come la riduzione dei “ritmi di crescita“, si sono registrati con l`ingresso delle sinistre nei vari Governi, proprio dopo il 1960. La dipendenza dell`Italia dai mercati petroliferi dipende in gran parte dalla scelta politica anti nucleare imposta proprio dalle Sinistre negli anni `70 ed oggi si potrebbe più concretamente chiedere nelle opportune sedi internazionali la fine dell`embargo petrolifero ancora vigente per imposizione degli Stati Uniti nei confronti dell`Irak. Il contenimento della pressione fiscale in Italia “in linea “ con gli altri Paesi d`Europa è stata confutata proprio dal Ragioniere Generale dello Stato, Andrea Monorchio, che lieto e fiero di essere un ragioniere commercialista, ha dichiarato che questa pressione è molto più alta di quella apparente o nominale, come indicata nelle statistiche ufficiali. Per terminare, nel percorso pieno di successi dell`ex Ministro delle finanze, la vicenda delle così dette “cartelle pazze“ è stato uno scherzo di carnevale od un banale non funzionamento dell`apparato?.