Acceso scontro dai microfoni di Radio Rai quest’oggi tra Falconi, Segretario generale della Federazione Medici di Famiglia e l’Avv. Carlo Rienzi, Presidente Codacons.
Il CODACONS, infatti, aderisce in pieno alla sentenza della Corte di Cassazione che prevede il carcere per quei medici che prescrivono farmaci senza aver visitato i pazienti. Dal monitoraggio fatto questa estate dall’associazione per il caso Lipobay, è emerso che tra 6 casi di effetti collaterali gravi, solo 2 erano periodicamente e adeguatamente controllati dal medico curante.
E’ infatti esperienza comune che nelle divisioni di Medicina Interna e nei pronto soccorso medico degli ospedali, circa il 20% o forse più dei ricoveri è dovuto a malattie iatrogene, cioè ad affezione dovute all’uso o abuso di farmaci, strumentazioni diagnostiche, manovre terapeutiche invasive o chirurgiche.
Di queste gran parte sono il risultato di somministrazioni improprie o protratte di farmaci, non infrequentemente dati senza controlli medici appropriati e periodici. Nell’agosto scorso durante l’allarme dell’opinione pubblica per i casi fatali attribuiti all’uso improprio della cerivastatina, tra le 612 persone che chiamarono i centralini telefonici istituiti dal CODACONS in sue diverse sedi regionali, in particolare a Roma, e che facevano uso del farmaco da poche settimane a 4 anni, meno di 200 (33%) furono controllate clinicamente ed in maniera sporadica e solo 61 (10%) erano state preavvertite dei possibili effetti collaterali, mentre in 459 persone (75%) la somministrazione del farmaco non era appropriata poiché era basata soltanto sui valori lievemente aumentati della colesterolemia e non su fattori reali di rischio di aterosclerosi. Un capitano pilota dell’Alitalia, che da 5 mesi prendeva il Lipobay perché gli impedivano di volare per una modesta ipercolesterolemia, chiedeva se poteva raddoppiare la dose del farmaco che gli veniva prescritto ogni tre/quattro settimane senza alcun controllo clinico se non quello della colesterolemia che si ostinava a non diminuire.
Dei 6 casi di effetti collaterali gravi (un morto, 5 con grave miopatia, di cui 1 invalidante e 2 con grave insufficienza renale acuta) solo due erano periodicamente e adeguatamente controllati dal medico curante. E’ inoltre esperienza comune per chi frequenta gli ambulatori medici che spesso i pazienti o chi per loro si limita a lasciare alla segretaria o all’infermiere del medico la lista dei farmaci da prescrivere per poi tornare a prendere le ricette compilate, in genere uno o più giorni dopo. Proprio come si fa dal droghiere di fiducia.