Si riaccendono le polemiche intorno all`ampliamento della base militare americana di Vicenza. Dopo la sentenza del Tar del Veneto che il 18 giugno scorso aveva disposto la sospensione dei lavori, ieri la IV sezione del Consiglio di Stato ha accolto l`appellodellaPresidenza del Consiglio dei ministri. I giudici di Palazzo Spada hanno sottolineato come “il consenso prestato all`ampliamento dell`insediamento militare americano all`interno dell`aeroporto Dal Molin sia un atto politico“ e come tale “insindacabile dal giudice amministrativo “. La nota fa poi notare come “la realizzazione di infrastrutture sul territorio nazionale, finanziata dagli Stati Uniti, sia disciplinata dal Memorandum del 1995, che prevale sulla disciplina italiana e comunitaria in materia di procedure ad evidenza pubblica per l`assegnazione delle commesse pubbliche “ e non prevede alcuna consultazione popolare. Respinti anche i profili di danno ambientale in quanto l`ampliamento avverrà su un`area “già destinata prevalentemente ad attività aeroportuale e di cui è prevista la dismissione, senza quindi alcun cambio di destinazione d`uso“. La sentenza ha scatenato numerose polemiche. Un plauso alla decisione del Consiglio è venuto dal governatore del Veneto, Giancarlo Galan, che ha criticato “l`odioso fanatismo antiamericano“. I comitati “No Dal Molin“ si sono riuniti già ieri sera e promettono nuove proteste, mentre il sindaco di Vicenza, Achille Variati (Pd), ha confermato che nella seconda domenica di ottobre i cittadini si esprimeranno comunque sul futuro della base con un referendum. Secondo il Codacons, infine, la decisione del Consiglio “lascia il tempo che trova“ e avrà effetto per soli due mesi: “L`8 ottobre il Tar del Veneto dovrà esprimersi sugli oltre 20 motivi di ricorso presentati e valutare i gravissimi rischi ambientali connessi all`insediamento delle oltre 2.500 nuove unità di militari“.