“L`ordinanza del Consiglio di Stato? Piena di errori. Dunque noi continueremo la nostra battaglia “. Non tardano ad arrivare le iniziative di Codacons, del centrosinistra e dei No dal Molin dopo l`ordinanza del Consiglio di Stato. A muoversi subito è il Codacons con una revocazione dell`ordinanza ad una diversa sezione del Giudice di appello e impugnazione anche in Cassazione della decisione del Consiglio di Stato. “Quando un giudice vuole forzare una situazione delicatissima di sicurezza e tutela ambientale per compiacere Berlusconi e La Russa – spiega il presidente Carlo Rienzi – finisce per creare un casus belli che ritengo non farà mai realizzare la nuova base“. Per il Codacons, inoltre, nelle motivazioni sono emersi “due gravissimi errori“ ed è proprio su questo che si baserà la contro-offensiva giudiziaria: “Il Consiglio di Stato scrive che “appaiono privi di riscontri concreti i profili di danno ambientale segnalati nell`ordinanza del Tar impugnata – spiegano i vertici del Codacons – : se il Consiglio di Stato avesse escluso il danno spiegando come e perchè non sussistevano i profili segnalati dal Tar, la decisione non sarebbe stata errata, ma avendo escluso quei profili quando essi emergevano esattamente risultanti dagli atti, ha costituito un “abbaglio dei sensi†che, secondo la Cassazione, giustifica la revocazione della decisione“. Il secondo errore consisterebbe, per il Codacons, nel negare l`esistenza della consultazione popolare, mentre, “come risultava inconfutabilmente dagli atti, era necessaria e prevista dalla legge proprio per il fatto che il sito del Dal Molin versa in una zona di importanza comunitaria“. Ma la bufera prosegue su tutti i fronti, compreso quello politico: “Mi domando di quale Stato parli questa sentenza – sbotta Severino Galante, della segreteria nazionale del Pdci Di uno Stato democratico, che non esiste senza il consenso della popolazione, o di uno sempre più militarizzato e succube degli Usa, come quello verso cui ci sta trascinando questa destra al governo e questo Parlamento senza opposizione? La verità è che i cittadini di Vicenza continueranno ad opporsi al progetto lottando per il rispetto di interessi primari come la salute delle persone e la tutela dell`ambiente“. Dal presidio, nel frattempo, si annunciano nuove iniziative dopo quelle andate in scena subito dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato nella serata di martedì: “Manifesteremo in piazza contro una sentenza che, per reggersi in piedi, è costretta a far riferimento a un Regio Decreto del 1924 – spiegano i No Base – : un modo in più per dire ai vicentini che non sono cittadini, bensì sudditi“. Oggi, dunque, è prevista una fiaccolata che partirà alle 20.30 da Piazza Castello. S.M.D. La protesta Il popolo delle pignatte ha promesso di continuare nell`azione di contrasto alla base Usa nonostante il via libera al cantiere arrivato martedì dal Consiglio di Stato. Per questa sera è prevista una fiaccolata pe rribadire la contrarietà al nuovo insediamento militare.