Rassegnati a rinunciare al superfluo, i consumatori padovani delle fasce più deboli temono di dover ridurre la spesa anche dei beni di prima necessità quali pane, latte e pasta. Ormai tutto costa. Per fronteggiare una situazione-prezzi irrefrenabile, oggi le sei principali associazioni padovane dei consumatori organizzano in piazza dei Frutti un sit-in di protesta con due banchetti che rimarranno aperti dalle 9 alle 13 nell’ambito della Giornata nazionale del consumatore. Codacons, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Adiconsum e Lega dei Consumatori invitano i cittadini allo "sciopero della pagnotta". La pensionata Irma Negrin, costretta a sopravvivere con 580 euro al mese, va subito al sodo con un’immagine d’altri tempi, quando bisognava stringere la cinghia. "Vogliono togliermi anche il pane di bocca", avverte mettendoci sotto il naso il conto della spesa, dove la pagnotta costa 2,80 euro al chilo. Ma in altre panetterie, con pretese da boutique e con aggiunte gourmandes alla zucca, alle noci, al mais o al sesamo, si superano i 3,90 euro. Roberto Nardo, segretario provinciale di Adiconsum, traccia una disamina senza perifrasi. "A settembre dell’anno scorso ci fu una bolla speculativa che favorì un sensibile rialzo delle farine per pane e pasta. Ma da gennaio in poi i prezzi cominciarono a calare, fino a tornare ai livelli precedenti: -16,2% il frumento e -11,2 la farina. Ciò nonostante, il costo del pane è cresciuto del 3%. Per non parlare della pasta. Stabile fino a tutto il 2006, con una serie di impennate è arrivata a un rincaro del 28,4% nel giro di 4 anni". Dati forniti dall’Ismea, l’Istitito superiore di statistica del mercati agricoli. "Ovviamente la protesta non è diretta solo alla filiera agro-alimentare – puntualizza Nardo – ma anche ai prodotti per la casa, al settore abbigliamento, alle bollette spropositate e alle tariffe assicurative che continuano a salire, nonostante l’introduzione dell’indennizzo diretto consenta risparmi del 10-15% sulle vertenze legali. E il governo non esercita alcun controllo". Mara Bedin, segretaria provinciale di Federconsumatori (Cgil), sollecita un "approccio sinergico che coinvolga l’intera filiera distributiva, dalla produzione al consumo: affrontando i problemi non già con approcci colpevolistici contro questa o quella categoria, bensì con azioni positive e con assunzioni di responsabilità improntate ad accordi di collaborazione, sulla falsariga di quanto sta tentando di fare in questi giorni la Camera di Commercio padovana". I panettieri non ci stanno. Lorenzo Ramina, titolare del Panificio del Santo di via San Francesco 224, respinge le critiche al mittente: "Da quattro anni a questa parte, da quando ho rilevato il negozio, non ho mai ritoccato un prezzo. Ciò premesso, dove le mettiamo le sempre più onerose spese di gasolio per il forno, farine, bollette e stipendi dei dipendenti? E la qualità non conta più nulla? Per sfornare un certo tipo di pane ci alziamo all’una di notte e non già alle 5-6 del mattino. C’è una bella differenza di prodotto".