Chi ha preso una ingiusta contravvenzione, può ricorrere al giudice di pace. Vademecum per non sbagliare Pronti, via. Semaforo verde contro i semafori rossi taroccati. Il grand prix dei ricorsi è già scattato. Al volante una folta schiera di automobilisti cornuti e mazziati. Piloti metropolitani che hanno ricevuto multe salate, magari le hanno pure già pagate e ora scoprono di essere stati truffati. A imbrogliarli una banda di insospettabili (amministratori pubblici, vigili urbani e ditte appaltatrici) che avevano trasformato i semavelox in slot machine dalla vincita sicura. Le vetture passavano e loro incassavano grazie al rosso che scattava in anticipo. Ora per le vittime della gang del rosso in versione Speedy Gonzales non resta che il ricorso al giudice di pace, sperando di riavere sia i soldi indebitamente sottratti dal portafoglio, sia i punti illegittimamente scalati dalla patente. Le varie associazione dei consumatori hanno messo a punto un vademecum take-away, agile come una pizza da asporto. Ad esempio se avete preso la multa in uno dei Comuni coinvolti nell’indagine della Procura di Milano o di Verona, il Codacons chiede che siano direttamente i prefetti a provvedere all’annullamento delle multe; qualora ciò non avvenisse, il consumatore deve impugnare la multa entro 60 giorni dalla notifica. Ma la casistica per un possibile ricorso è ampia. Meglio prendere carta e penna. Giallo sprint. Secondo la nota del ministero dei Trasporti, il giallo deve durare minimo 4 secondi, con velocità di 50 Km/h, e 5 secondi, con velocità di 70 Km/h. Se quindi la durata è inferiore, potete ricorrere. Luci invisibili. Le luci del semaforo devono essere facilmente riconoscibili ad una distanza di avvistamento minima pari a 75 metri. Se non è così, preparate la carta bollata. Foto di gruppo. La multa non è valida se, allegate al verbale, non ci sono almeno due foto del vostro veicolo: una con il semaforo rosso e la macchina con tutte e 4 le ruote poste prima della linea di arresto ed una col veicolo in mezzo all’incrocio. Occhio al cartello. Contravvenzione-fantasma se non è segnalata la presenza della telecamera da un apposito cartello. Impianti tarati. Possibile ricorso con esito favorevole se il semavelox non è stato omologato o non è stata eseguita una verifica ed una taratura dell’apparecchiatura come previsto nel decreto di omologazione, solitamente con cadenza annuale. Parola di prefetto. Buone chances di annullamento della multa se il semavelox è stato installato senza l’autorizzazione del prefetto. Ma c’è anche chi ha già annunciato di non volersi accontentare del semplice annullamento della multa. Molte associazioni sono infatti già pronte a richiedere i danni: "Il modo in cui alcuni funzionari pubblici hanno rimpinguato le proprie tasche a scapito dei cittadini – denunciano i rappresentanti dei consumatori – renderà inevitabile l’avvio di una serie di azioni giudiziarie a scopo risarcitorio". Davanti ai giudici di pace sarà guerra senza quartiere.