NON C’È SOLO il cartello di aziende con base a Rovellasca per pilotare le gare di installazione dei famigerati T-red ai semafori, finito nella maglie delle Fiamme gialle di Milano, o le presunte irregolarità nella regolazione del tempo del giallo su cui sta indagando, anche nel Comasco, la Procura di Verona. Ci sono anche tante disattenzioni, qualche furbata, e un codice della strada che tartassa solo gli automobilisti ma non i controllori poco ligi al dovere. Questo almeno è il parere di Mauro Antonelli, voce storica del Codacons comasco, che proprio alla Procura di Verona, la stessa che sta indagato su T-red e dispositivi simili installati ad Albese, Vertemate, Albavilla, Alzate Brianza, Arosio, Capiago Intimiano e Lurago d’Erba, ha inviato un esposto per chiedere di estendere i controlli anche ad altri semafori cosiddetti "intelligenti". Dispositivi che abbondano in un po’ tutto il Comasco – solo a Cantù ce ne sono ben 3 – che fanno scattare il rosso se un veicolo supera il limite di velocità. "A TAL PROPOSITO – afferma Antonelli – il ministero dei Trasporti da noi interrogato sulla legittimità di questi dispositivi ha risposto che, cito, "per quanto riguarda gli impianti semaforici regolati sulla velocità dei veicoli, si comunica che tali dispositivi non sono coerenti con le disposizioni del nuovo codice della strada e del connesso regolamento di esecuzione e di attuazione". La logica è evidente visto che è molto pericoloso far scattare appositamente il rosso quando un veicolo supera la velocità massima consentita dato che si rischia, nel caso l’automobilista non faccia in tempo a fermarsi, di provocare gravi incidenti, malgrado questo se ne trovano accesi un po’ dappertutto". E poi ci sono "i semavelox tarati male, che fotografano le auto di passaggio quando hanno già superato la linea d’arresto, sino ad arrivare agli episodi più eclatanti di cui si è parlato nei giorni scorsi: la verità è che i sindaci tengono in scarsissima considerazione il codice della strada e lo fanno perché sanno che ben difficilmente sarà loro contestato il reato di abuso d’ufficio, mentre agli automobilisti che subiscono ingiustamente una multa tocca fare ricorso e l’onere di dimostrare di avere ragione oppure, come più spesso accade, pagare e stare zitti". UNA SOLUZIONE per Antonelli ci sarebbe: "Fare pagare ai Comuni, quando perdono un ricorso per una multa sbagliata, anche il danno morale subìto dagli automobilisti". A partire dalle multe dei T-red. C.Cat.