Continua inesorabile il calo dei consumi, a dirlo stavolta non è il Codacons ma la Confcommercio che nel mese di agosto registra un calo dei consumi dell’1,5 %, il decimo dato negativo negli ultimi 12 mesi.
A dimostrare la recessione in atto, secondo il Codacons, non è tanto il calo nei servizi ricreativi (-4,4%) o nel settore abbigliamento e calzature (-3,4%), quanto il calo nel settore alimentare (-2,5%).
Per il Codacons, però, la Confcommercio dovrebbe anche trarre delle conclusioni dalla lettura dei propri dati. Visto che le quantità vendute calano dell’1,5%, come spiegano che i prezzi sono aumentati del 3,3% ? Nel settore alimentare, addirittura, i consumi calano del 2,5% ma i prezzi, stando sempre all’Icc, sono aumentati del 5,9%?
Quando la domanda cala le leggi di mercato non dicono che i prezzi dovrebbero calare? Se, a fronte di un calo delle vendite, i commercianti si illudono di poter mantenere i profitti di prima alzando i prezzi, la crisi diventerà sempre più acuta.
Per questo il Codacons invita la Confcommercio a proporre ai propri associati una riduzione dei prezzi del 20%, unico modo per rilanciare i consumi ed evitare una stagflazione.