E’ la prima volta che si riconosce ai lavoratori il diritto di costuirsi parte civile collettivamente ". Giorgio Airaudo, leader della Fiom torinese, accoglie con soddisfazione la decisione del gup Francesco Gianfrotta in merito alle parti civili nel processo per il rogo che, il6 dicembre scorso, aveva causato la morte di sette operai dello stabilimento subalpino della ThyssenKrupp. In realtà il gup ha accolto la richiesta di 47 operai, del Comune e della Provincia di Torino, della Regione Piemonte, dei sindacati (compresi i Cobas) e di Medicina Democratica, ma ha respinto la richiesta di altri 53 ex dipendenti della multinazionale tedesca (così come è stata respinta quella del Codacons). "Non è stata accettata – spiega Airaudo – perché avevano firmato il verbale di conciliazione con l’azienda, un verbale capestro che noi consideriamo non valido". E, in ogni caso, Elena Poli (legale che rappresenta la Fiom) assicura che la questione relativa alla costituzione di parte civile sarà riproposta in fase di dibattimento perché il sindacato considera non valida la transazione "e comunque riteniamo – aggiunge Poli – che non abbiano come oggetto il diritto di risarcimento nei confronti delle persone imputate". La firma del verbale era stata posta dall’azienda come condizione per avviare la procedura di mobilità (lo stabilimento torinese non è mai stato riaperto) e concedere la buonuscita ai lavoratori rimasti in azienda. Ma se per questi 53 lavoratori le possibilità di costituzione restano legate al dibattimento, i sindacati non nascondono la soddisfazione per essere stati ammessi.Così com’è soddisfatto Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino: "Sono orgoglioso – ha commentato – di aver aperto la strada, con la decisione presa dalla giunta provinciale, alla richiesta di costituzione parte civile da parte degli altri enti". Secondo Saitta la decisione del gup stabilisce il principio "che le Regioni, le Province ed i Comuni hanno il dovere istituzionale di difendere e far valere, in sede processuale, il diritto delle comunità locali alla sicurezza nei luoghi di lavoro e alla tutela della salute dei lavoratori". Il presidente precisa che per la Provincia non si tratta di ricercare una compensazione economica alla perdita di vite umane e che eventuali risarcimenti saranno devoluti ad iniziative per la sicurezza sul lavoro. Ma è invece importante che si riconosca il principio per cui la vigilanza sul rispetto delle norme di sicurezza sia considerata una priorità anche a livello di comunità e di enti pubblici locali. E Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, sottolinea che il giudice "ha accolto in pieno le argomentazioni che avevano già dato fondamento alla delibera regionale del dicembre 2007; l’ordinanza, infatti, non ci riconosce soltanto la titolarità di una rappresentanza generale ma, a differenza degli altri enti territoriali, ammette anche la possibilità per la Regione Piemonte di richiedere un risarcimento per il danno patrimoniale subito a seguito dell’incidente della Thyssen".