La vicenda Hermanin si trascina da alcuni anni sia in sede civile che penale e ha origine dalle autorizzazioni date dall’allora assessore Hermanin alla ELSACOM per il mega impianto satellitare di Orte-Pomaro.
Infatti nel 1998 il Codacons aveva presentato ricorso contro i provvedimenti con cui veniva autorizzata la costruzione e il funzionamento di questo impianto che costituiva una fonte di inquinamento elettromagnetico grave sia per la potenza di emissione degli apparati in oggetto sia per la localizzazione del sito prescelto posto a pochi metri dal centro abitato.
Ebbene l’associazione aveva più volte criticato la scelta dei componenti della Commissione regionale che avrebbe dovuto esaminare la richiesta della società ELSACOM, manifestando dubbi sulla imparzialità degli stessi fino a chiedere che alcuni autorevoli esponenti, autorevoli per l’Istituto che rappresentavano, venissero estromessi.
Avere evidenziato la possibile commistione di interessi nella Commissione di valutazione e la necessità di epurarla da questi elementi per una valutazione serena e oggettiva della situazione, aveva provocato le ire dell’allora assessore all’ambiente Hermanin il quale aveva denunciato in sede penale e civile il Codacons per diffamazione ritenendo gravemente lesive della sua personalità ed immagine le affermazioni dell’associazione sulla scelta da lui effettuata rispetto ai componenti della Commissione.
Dopo una prima sentenza a lui favorevole in sede civile attualmente all’esame della Corte d’Appello, ieri il Tribunale Penale di Roma ha, contrariamente a quanto richiesto da Hermanin, assolto il Codacons, difeso dal noto penalista prof. Avv. Bruno Leuzzi, e il gip Marco Mancinetti ha ritenuto che i dirigenti del Codacons non avessero commesso la diffamazione addebitata loro dal PM, confermando quella libertà costituzionale che è il diritto di critica quale componente della libertà di espressione.