Non è una crisi di Puglia. Ma anche la Puglia ne subisce le conseguenze. A partire, ovviamente, da Apulia Prontoprestito che tra le tre società pugliesi quotate a Piazza Affari è l’unica finanziaria. Il ciclone di ieri, in realtà, non ha guardato in faccia a nessuno: se le azioni dell’istituto sanseverese hanno perso il 10,42% alla quotazione di 0,33 euro, non molto meglio (anzi, meno peggio) è andata alle molfettesi Ciccolella ed Exprivia, scese a braccetto al di sotto della soglia psicologica di un euro: le azioni della multinazionale dei fiori hanno perso l’8,35% chiudendo la seduta alla quotazione di 0,9 euro e quelle della società di information technology hanno fatto un passo indietro dell’ 8,29% a 0,81 euro. Se nella sola giornata di ieri le tre società pugliesi hanno "bruciato" complessivamente 28 milioni di euro (cioè la loro capitalizzazione in Borsa, data dal prodotto tra il valore delle azioni e la loro quantità, è diminuita di 28 milioni), nel 2008 il loro valore si è più che dimezzato: Apulia prontoprestito ha perso il 62% dalla quotazione di inizio anno di 0,89 euro; la valutazione di Ciccolella, rispetto allo scorso mese di gennaio, è pari a un terzo (meno 68% rispetto alla quotazione di 2,86 euro di gennaio); le azioni Exprivia hanno perso il 55% dalla prima seduta del 2008 (quando viaggiavano a una quotazione superiore di un euro rispetto a quella attuale, a 1,81). Sono lontani i tempi dei fasti passati che risalgono ai primi mesi della quotazione. Nel caso di Apulia prontoprestito, le quotazioni sono distanti non solo dagli 1,81 euro di inizio 2007 ma anche dagli 1,28 del collocamento in Borsa del dicembre 2005. E il tonfo diventa ancor più pesante se si pensa che a fine marzo del 2006 le Apulia Prontoprestito avevano raggiunto i 3,28 euro dopo una corsa del 156% in soli quattro mesi: dopo due anni e mezzo valgono un decimo. Le quotazioni di Exprivia, attiva con questa denominazione dal 1Ë? febbraio 2006, non sono così lontane dai valori di due anni e mezzo fa (1,23 euro il 1Ë? febbraio 2006). Ma da allora hanno viaggiato sulle montagne russe: nel 2007 avevano guadagnato il 107% chiudendo l’anno alla quotazione di 1,81 euro dopo aver raggiunto la quotazione massima di 3,3 euro il 15 marzo del 2007 (da allora hanno perso il 75%). Nel frattempo la Exprivia ha acquisito la Svimservice dove l’agitazione, oltre che in Borsa, adesso serpeggia anche tra i dipendenti che proprio ieri hanno proclamato due giorni di sciopero per il 9 e il 13 ottobre. Quanto alle Ciccolella, negli stessi giorni del boom Exprivia (febbraio 2007) raggiunsero la quotazione di 7,889 euro in rialzo di oltre il 250% rispetto ai 2,246 euro di fine 2006. Adesso, dopo solo un anno e mezzo, quelle stesse azioni valgono nove volte di meno. Sempre più, comunque, dei titoli della fallita Lehman Brothers, in cui hanno investito anche risparmiatori pugliesi: il Codacons ha deciso di istituire una task force a Bari e Lecce che, in costante collegamento con la sede nazionale, possa offrire un valido supporto per chi avesse subito perdite.