Eppure le proteste continuano: c’è ancora troppa confusione, secondo Codacons e Federcasalinghe, sulle motivazioni che giustificano un’ispezione da parte dell’Ucit e sulle possibili soluzioni per evitare la temuta raccomandata che annuncia la visita. Che diventa a pagamento, a carico dell’intestatario della caldaia, nel caso l’Ucit rinvenga anomalie e irregolarità, sia nell’impianto che nella documentazione, anche se l’errore fosse stato commesso dal tecnico di fiducia. E’ quanto potrebbe essere accaduto al pensionato udinese che nei giorni scorsi, come abbiamo riferito ieri, aveva nuovamente innescato il dibattito sulla legittimità del pagamento delle ispezioni, rifiutandosi di pagare la fattura di 93 euro inviatagli dall’Ucit. Ma qualcosa, tra un passaggio e l’altro – controllo periodico, apposizione bollino blu, invio telematico documentazione all’Ucit – evidentemente deve essere sfuggito, come precisa il direttore Franco Bressanello: «La visita ispettiva è stata programmata perché i termini temporali per l’invio dell’autocertificazione ed il relativo contributo riguardante l’impianto termico intestato al signor Soprano non risultano in regola con le periodicità stabilite dalle normative vigenti». Il che farebbe ricadere la "colpa" sul tecnico di fiducia di Soprano, che – si dedurrebbe – non avrebbe inviato la documentazione. In questo caso l’utente potrebbe rivalersi sul termoidraulico a cui si è affidato; resta però il problema del "chi deve fare cosa". Soprano dichiara di aver chiesto invano spiegazioni sia del motivo della visita, sia della fattura ricevuta qualche giorno dopo. Diversa la versione di Bressanello: «E’ stato ricevuto dal sottoscritto la scorsa settimana; il 6 ottobre gli è stato inoltrata una e-mail per ribadire che il corrispettivo per l’ispezione all’impianto termico era dovuto al suo rifiuto alla visita dell’ispettore dell’Ucit programmata per il 10 settembre e preannunciata un mese prima con apposita raccomandata. E’ stato possibile effettuare la visita solamente il giorno 17; a fronte del secondo controllo, dovuto al rifiuto, è stato richiesto un rimborso aggiuntivo, pari al 50% di quanto previsto, per l’effettuazione dell’ispezione all’impianto termico». Meglio lasciar entrare a casa l’Ucit, dunque, e controllare, quando si è sicuri di essere in regola con la caldaia, anche che la documentazione sia stata inviata dal tecnico di fiducia agli uffici Ucit.