Quando ti accorgi che nella prima parte del mese si compra la bistecca di vitello, nella seconda i fagioli cannellini in scatola. Quando gli esperti di statistica degli ipermercati verificano che nelle prime due settimane si usa di più il bancomat, che ti sottrae immediatamente i soldi dal conto corrente. Nella seconda settimana invece spuntano dai portafogli con più frequenza le carte di credito. Perché? Perché spesso ti regala un po’ di effimero ossigeno, il pagamento rinviato al 15 del mese successivo. Per arrivare alle carte revolving che ti consentono di pagare a rate anche la spesa da duecento euro (e sono sempre più diffuse, molto pubblicizzate alle casse degli ipermercati di diverse catene). CERCANDO FRA I RIFIUTI La vita vera è quella che, all’estremo certo, racconta Renato Gasperini, direttore dell’ipermercato Panorama di Ostia: «Capisci che c’è qualcosa che non va, quando vedi che al mattino e alla sera ci sono persone che vanno a rovistare fra le cose che buttano i supermercati. Ci sono insospettabili. Romani, non immigrati o rom. E poi c’è la storia delle monete…». LA SPESA CON LE MONETINE Gli spicci: raccontano nei supermercati che da un po’ di tempo a questa parte – nell’era delle carte di credito, del commercio on line, del parcheggio che paghi con il telefonino o delle aste su eBay – è aumentato, sempre nella seconda parte del mese, l’uso degli spicci. Forse i clienti, esaurito in tempi rapidi il montepremi dello stipendio, vanno alla caccia delle monete seminate in casa o in macchina: 1 euro, 2 euro, 50 centesimi… SI ARRIVA POCO LONTANO Come cambiano i consumi dei romani ai tempi della crisi? Alla Confcommercio raccontano: «C’è un segnale interessante: ora che i romani hanno meno soldi in tasca, stanno tirando il fiato i piccoli negozi di vicinato e i supermercati più piccoli. In sintesi: visto che la benzina costa ancora molto, i romani preferiscono fare la spesa sotto casa. E visto che i soldi scarseggiano, si acquistano poche cose alla volta, si fanno più raramente le maxispese, per evitare gli sprechi». Ok, gli ipermercati sono comunque sempre affollati, ma che ci siano difficoltà (per quelli più vecchi) è evidente. E’ dell’altro giorno la denuncia di Cgil, Cisl e Uil che parlavano di 125 licenziamenti di Carrefour alla Romanina.LAST MINUTE AL MERCATO Ma la crisi dei consumi, comunque, colpisce tutti. Ai mercati rionali di Roma – tradizionale punto di approdo per i più anziani – c’è una forte diminuzione degli incassi, si correrà ai ripari spezzando la tradizione delle vendite solo al mattino, con apertura anche al pomeriggio. Oggi la spesa ai tempi della crisi, come raccontavano gli operatori del mercato di Ponte Milvio, è quella degli anziani che aspettano mezzogiorno, quando partono le offerte del last minute nei vari banchi dell’ortofrutta: prezzi ribassati perché si avvicina la chiusura. SOLO OFFERTE Altro punto di osservazione importante, il gruppo Auchan presente a Roma negli ipermercati di Porta di Roma e Fiumicino. Confermano la flessione nei mesi di luglio-agosto 2008 rispetto a luglio-agosto 2007 delle vendite degli alimentari, sia pure lieve (0,1 per cento). Patrick Espasa, direttore generale Auchan spa: «E’ una crisi economica strutturale. Noi rispondiamo soprattutto con una forte campagna di promozioni». «La crisi da due anni continua a peggiorare ed è ormai diventata drammatica. In una tale congiuntura economica, i consumi continuano a diminuire anche nel comparto alimentare», conferma Antonello Sinigaglia, direttore generale di Sma. Insomma stessa musica, con un passaggio importante: la storia delle offerte, delle vendite sottocosto, dei volantini che illustrano gli sconti. 4 PRODOTTI SU 10 DAI VOLANTINI Paolo Poponessi (insieme a Francesco Gallucci) è autore del libro "Il Marketing dei luoghi e dell’emozioni", che studia le dinamiche dello shopping. Racconta: «Con la crisi dei consumi, c’è più selezione: in sintesi, anche a Roma le famiglie studiano i volantini con le offerte dei differenti super e ipermercati, poi acquistano solo i prodotti con il prezzo ribassato. Si rinuncia alla marca di fiducia, conta solo il prezzo». Lo confermano i dati degli ipermercati romani. Ad Auchan calcolano che una percentuale compresa fra il 30 e il 40 per cento della spesa riguarda prodotti o in offerta, o con il marchio della catena o di primo prezzo. LA FASE DI STUDIO Racconta Marco, 40 anni, professionista, un reddito sopra la media, sposato e due figli piccoli: «Fare la spesa per me e mia moglie è diventato quasi un lavoro. Individuiamo le offerte sulle pubblicità dei giornali e sui volantini. Studiamo, insomma, prima di entrare in un supermercato». Aggiunge Stefano Zerbi, del Codacons, comitato difesa consumatori: «In tempi di crisi, i romani stanno anche guardando con più attenzione agli hard discount, le due o tre catene che vendono prodotti spesso non di marca famosa». LA PARABOLA DEI FAGIOLI E qui torniamo alla storia della bistecca e ai cannellini in scatola. «I fagioli in scatola sembravano un prodotto destinato a diventare di poca importanza – racconta il direttore di un supermercato – invece, quando gli stipendi nella seconda parte del mese stanno finendo, nei carrelli non vedi più le bistecche. Vedi i fagioli in scatola». La vita vera passa alla cassa.