Con l’approvazione della riforma Gelmini circa 130.000 lavoratori rischiano il posto. Lo ha riferito il Codacons. "L’Italia", ha riferito il segretario nazionale, Francesco Tanasi:, "e’ una repubblica fondata sul lavoro e questo diritto fondamentale non puo’ essere violato con estrema leggerezza, come si sta invece facendo, mandando a casa 87.000 insegnati e 43.000 lavoratori della scuola. La maggioranza di questi, quasi tutti precari, dunque gia’ sfortunati fino a questo momento, vivono in famiglie mono-reddito e hanno debiti al consumo e mutui da pagare". Per questo, ha continuato, "non possiamo permetterci di reggere l’impatto di tagli di questa proporzione in un momento in cui anche i normali stipendi sono ormai insufficienti al sostentamento delle famiglie". E ha concluso: "No dunque al decreto Gelmini. La riforma della scuola deve passare per altre vie".