Gli incidenti non sono necessariamente legati alla situazione della sicurezza statica degli istituti. Che, per esempio, secondo il Codacons, che si è attivato dopo la tragedia di Rivoli, si muove su questi numeri: gli edifici scolastici in Umbria che dispongono dei certificati di agibilità statica sono il 70 per cento, di agibilità igienico-sanitaria il 67 per cento, di prevenzione incendi il 50 per cento, gli impianti elettrici a norma il 75 per cento, le porte antipanico l’84 per cento e le scale di sicurezza l’80 per cento. Una situazione che, da parte degli enti proprietari, viene considerata di assoluta tranquillità. «Anche se non possiamo cullarci sugli allori – commenta Massimo Buconi, assessore all’Istruzione della Provincia di Perugia – tanto che, proprio a partire dall’estate, abbiamo dato mandato ai nostri tecnici di effettuare controlli sugli elementi occulti della sicurezza nei 129 edifici di nostra competenza in cui si trovano 28mila studenti». Significa che da giugno vengono passati al setaccio solai e sottotetti, ma anche ringhiere, travi e pavimenti. «Fino ad oggi – spiega Buconi – i dati sono confortanti. Non ci sono segnalazioni particolari. Se dovessi dare una pagella sul fronte della sicurezza delle nostre scuole direi che possiamo attestarci tra il 7 e l’8. Ma lavoriamo per raggiungere il massimo dei voti». Una robusta mano, soprattutto in provincia di Perugia, a sistemare le scuole l’ha data la ricostruzione post- terremoto. La prova delle scosse ha permesso di intervenire in tanti casi dove la sicurezza era ballerina. Anche se c’è ancora da fare. «E’ vero – dice Giorgio Miscetti, dirigente dell’Unità operativa complessa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro della Asl 2 che si occupa di controlli e prescrizioni -, il dopo terremoto ha fatto fare importanti passi in avanti. Sul fronte della agibilità la situazione è buona. Restano aperte delle situazioni legate, per esempio, ai piani di evacuazione e alle uscite di sicurezza. Ci sono scuole scomode, basti pensare all’ubicazione di edifici nei centri storici di Perugia, Assisi e Todi. E se c’è un nodo che va sciolto è quello della poca qualità, non tanto quello dei problemi strutturali. L’ultimo intervento che hanno fatto i nostri tecnici? Alla scuola media di Valfabbrica: ci sono state segnalate emissioni che potevano essere nocive dal pavimento della palestra». Insomma, a scuola si sta tranquilli, ma ci sono ancora zone d’ombra ra banchi e laboratori. Proprio la Asl 2 tre anni fa, a Perugia, ha tenuto una conferenza sulla sicurezza della scuole dopo aver passato al setaccio gran parte degli istituti di Assisano, Todi-Marsciano, Trasimeno e Perugino. I sopralluoghi sono stati effettuati su 166 scuole e i controlli hanno riguardato locali frequentati da quasi 30mila tra studenti, insegnanti e personale non docente. E i "guai" di quelle scuole raccontano, con i numeri, le parole di Miscetti. Il certificato di agibilità non era presente in 82 casi. Sul fronte della certificazione degli incendi, gli edifici soggetti al certificato che rilasciano i vigili del fuoco erano 112, in 29 casi il certificato non c’era. L’impianto elettrico non aveva omologazione in 24 istituti, era invece omologato in 142; in 33 casi non c’erano i parafulmini e l’omologazione contro le scariche dall’atmosfera era stata concessa in 119 casi. I controlli (i dati sono stati raccolti e illustrati a palazzo dei Priori nel dicembre 2005 da Ballerani, Bessi, Marsili e Mazzanti) hanno riguardato anche altri aspetti della sicurezza, quelli che più di altri possono essere legati gli infortuni certificati dall’Inail. E così in 80 scuole i vetri non sono idonei (ma in 84 è tutto a posto), ci sono 20 casi di parapetti e ringhiere non adeguati (in altri 146 non sono stati riscontrati rischi) in 14 casi non ci sono dispositivi antiscivolo per le scale che funzionano in altri 152, in 62 scuole non ci sono dispositivi adeguati contro gli urti accidentali e l’illuminazione naturale non è adeguata solo in 12 scuole. Un panorama di numeri e situazioni in continua evoluzione, legato, soprattutto, all’andamento degli iscritti: basta che ci sia necessità di aule in più che la sicurezza diventa il tema principale da affrontare. Tenere in piedi scuole sicure costa, ma i soldi non ci sono per tutti. Basta dare uno sguardo all’ultima classifica dell’Inail che, con il ministero del Lavoro e della Pubblica Istruzione, per il trienno 2007-2009 ha messo mano al portafogli e stanziato fondi utili per abbattere le barriere architettoniche, e adeguare le strutture in tema di sicurezza e igiene del lavoro. Bene, su undici scuole umbre che hanno bussato alla porta dell’Inail(in realtà si sono mossi gli enti proprietari) solo la scuola media "Dante Alighieri" di Città di Castello è riuscita a fare centro ottenendo un finanziamento di 139.500 euro. Progetti idonei sono stati presentati per altre 4 scuole; mentre le domande di sei istituti non sono state ammesse alla graduatoria del giugno scorso.