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A Catania caccia aperta al supermilionario

La caccia al supermilionario è aperta.  Tra i vicoli di Catania non si parla d’altro e c’è chi giura di sapere chi è il «milionario dell’Etna», tra il Codacons che vuole sapere a chi andranno gli interessi, e l’associazione dei Diritti civili che sospetta «l’infiltrazione di un hacker». La febbre del Seperenalotto ha invaso tutta la città. Una citta che, tra l’altro, ha il Comune sull’orlo del dissesto, che è al buio in moltissime strade, ma che da ieri ha tra i suoi concittadini un milionario. Anche ieri è continuata la festa davanti la ricevitoria di via Mario Rapisarda dove è stato venduto il biglietto da 100 milioni di euro. Vicino alla ricevitoria fortunata ci sono capannelli di persone e l’unico argomento trattato è: «Chi sarà Mister 100 milioni?». Alcuni indicano degli scommettitori abituali che giocano piccoli sistemi, altri guardano con sospetto anche gli stessi gestori della ricevitoria. Tutti sorridono contenti, ma del vincitore, che quasi certamente ha giocato appena 2,5 euro, nemmeno l’ombra. Alla ricevitoria Giunta arrivano anche diverse telefonate, poco attendibili: «Siamo i vincitori, grazie tante», dicono dall’altro lato del telefono, da Siracusa a Catania. Uno di loro, addirittura, chiude dicendo di sentirsi male per «la troppa gioia». Quella più curiosa arriva però da Ragusa: un giovane con marcato accento locale sostiene di essere il vincitore assieme a un amico di Catania e annuncia alla famiglia Giunta che si farà vivo per «ringraziarli». Una telefonata, preceduta da una mail, giunge anche all’agenzia Ansa da uno studente universitario di Modica: «Il vincitore sono io…». Sospetto è anche l’arrivo di un vassoio di pasticcini offerte da un anonimo giovane catanese che paga il conto al bar dice di inviarle alla ricevitoria e scappa in moto. Sarà lui o è uno scherzo? «Ci sono troppi depistaggi – dice anziano signore con l’aria di chi ha capito tutto – evidentemente è uno che abita nella zona e non vuole farlo sapere». Un barbiere, indicato come il potenziale vincitore da «voci» del rione nega con decisione, ma sorridendo. Comunque resta il mistero anche sulla giocata, perché della matrice non c’è traccia. Ma non è un giallo: «Il nuovo sistema di accettazione delle giocate – spiega Valeria Giunta, una delle due figlie del titolare – non lascia traccia del passaggio nella ricevitoria perché viene memorizzato automaticamente dalla sede centrale della Sisal. Quindi non siamo in grado di sapere quale tipo di giocata è quella vincente, non sappiamo neppure il giorno, né l’ora». Valeria Giunta sottolinea che comunque la giocata l’ha presa o lei o sua sorella Laura, le uniche due addette al Superenalotto nella ricevitoria di famiglia. A rendere più difficile l’individuazione del vincitore, tra l’altro, osservano dalla ricevitoria Giunta, «c’è anche il fatto che nelle ultime due giornate le giocate sono più che duplicate». Una certezza Valeria Giunta però ce l’ha: la vincita non sarebbe stata centrata con un maxisistema a quote perché, rivela, «non sono stati organizzati». «Abbiamo elaborato soltanto – puntualizza – piccoli sistemi da 56 e 112 euro, per fare quote da 7 euro ciascuno. Ma in questo caso chi ha vinto avrebbe realizzato diverse vincite minori, che non ci sono state. Posso quindi affermare con una certa sicurezza che il vincitore ha convalidato una semplice giocata da 2,50 euro».
 

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