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“A Venezia scuole sicure ma lo Stato non ci aiuta”

VENEZIA  Scuole sicure nonostante i pochissimi fondi statali. «Gli istituti superiori di Venezia e provincia non corrono pericoli, l’80 per cento ha infatti il certificato di collaudo statico e quel 20 per cento mancante è rappresentato dalle scuole che sono oggetto di intervento o da quelle per i quali è già in bilancio un intervento che inizierà nei prossimi mesi». A rassicurare studenti e genitori è l’assessore provinciale all’istruzione Andrea Ferrazzi che però denuncia: per la manutenzione lo Stato dà al massimo di cinquecento euro a ciascuno degli 80 istituti superiori del territorio, «praticamente il costo di una finestra». «è molto spiacevole vedere che la polemica sulla sicurezza delle scuole esploda solo dopo il dramma di Rivoli — dice Ferrazzi — ed è molto triste verificare che qualcuno provi a scaricare la responsabilità di quel che è successo sugli enti locali quando è evidente quanto questi siano abbandonati alla più totale assenza di investimenti da parte dello Stato». Nel Veneziano, gli edifici scolastici sarebbero più sicuri anche grazie alle fisiologia del territorio che non è soggetto al rischio sismico con la sola eccezione del portogruarese, area tuttavia catalogata in zona 4 (il livello più basso). Una buona parte della sicurezza però deriva dagli investimenti. Negli ultimi anni, sottolinea ancora l’assessore all’istruzione, in Provincia parecchi milioni di euro sono stati destinati alla manutenzione dell’edilizia scolastica: in quattro anni, a Mestre, sono stati spesi dodici milioni di euro per Pacinotti, Stefanini, Zuccante e Franchetti dove è stata eliminata la copertura in amianto (al Foscari- Massari un intervento di 400 mila euro ha permesso di mettere mano ad un controsoffitto pericoloso), mentre a Portogruaro sono stati spesi altri 8,5 milioni di euro. Interventi simili anche al Righi e Cestari di Chioggia (5,5 milioni), a Dolo e Mirano (14 milioni per i due distretti), a Venezia (circa 20 milioni) con lavori straordinari al Barbarigo e al Polo Nautico; infine altri 6 milioni di euro sono stati impiegati negli istituti di San Donà di Piave. «Questa straordinaria mole di interventi — dice Davide Zoggia, presidente della Provincia — rappresenta un enorme patrimonio di sicurezza scolastica che ricadrà positivamente nei prossimi decenni. Per poter mettere mano alla manutenzione del patrimonio scolastico abbiamo però dovuto vendere il 25 per cento delle società partecipate in proprietà spendendo ogni anno, per quattro anni, circa 15 milioni di euro aggiungendo a quella risibile cifra che arriva da Roma, altri 200 mila euro per ogni scuola».  Dalle associazioni d’utenza, tuttavia, arrivano segnali poco confortanti: il Codacons, nell’invitare ad un controllo approfondito sulla sicurezza degli edifici scolastici rileva che in Veneto «gli edifici scolastici in possesso di un certificato di agibilità statica sono il 65 per cento, con certificato di agibilità igienico- sanitaria il 72 per cento e un con certificato prevenzione incendi l’8 per cento. Gli impianti elettrici sono a norma nel 79 per cento degli edifici scolastici e le porte antipanico sono installate nel 99 per cento dei casi, mente le scale di sicurezza al 48 per cento».  Il Codacons ha quindi deciso di diffidare il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, in modo che, in caso di incidenti, si possa far risalire al suo dicastero la responsabilità di eventuali inadempimenti.

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