Per Intesaconsumatori ai record del prezzo del petrolio se ne affianca un altro e cioè quello dell’inefficienza operativa del nostro governo, di fronte ad una vera e propria emergenza che colpirà ulteriormente la nostra disastrata economia ed il potere di acquisto delle famiglie. In compenso assistiamo quotidianamente a dichiarazioni di intenti e di propositi.
Se questa inerzia non è dovuta a inefficienza, allora il sospetto è che per il governo in una situazione di grave carenza di risorse finanziarie gli aumenti di prezzo del petrolio si traducono in un vero e proprio affare per fare cassa.( sono illuminanti ed allucinanti a proposito le dichiarazioni del sottosegretario VEGAS)
Bisogna sapere, infatti, che per ogni centesimo in più di tasse l’erario incamera a consumi correnti (1,8 miliardi di litri mensili) solo per la benzina 18 milioni di euro al mese. Da gennaio 2004 ad ora sia per l’aumento dell’ accisa e dell’IVA di circa 4 centesimi l’introito maggiore è stato di oltre 500 milioni di euro che sono ricaduti sui consumatori e sui cittadini sia direttamente che indirettamente, per via dei costi generati e per le relative ricadute sui prezzi dei beni di largo consumo. Se non si interviene celermente vi è la seria ragione di ipotizzare un costo sulle famiglie di 700 euro annui.Allora si rende necessario non solo accelerare come sosteniamo da tempo le modernizzazione dell’intero settore energetico e della relativa distribuzione (solo nel campo dei carburanti si potrebbero risparmiare 6-7 cent al litro) ma decidere, e non ci sono norme contrarie europee, di abbassare le accise di 5-6 cent al litro per contenere il dato inflattivo che si scarica sul paese e sulle famiglie.