C`è chi ha il cellulare che continua a squillare e chi legge accuratamente la sentenza perché non crede ai propri occhi tra gli abbracci generali. “è la vittoria dei cittadini“, esultano i comitati che da due anni si battono per bloccare la realizzazione dell`insediamento militare americano all`aeroporto di Vicenza. La decisone del Tar del Veneto dà una boccata d`ossigeno a chi ormai, pur continuando la propria lotta, vedeva il tempo scorrere inesorabilmente verso il primo luglio (data in cui gli Usa dovevano prendere possesso dell`area al Dal Molin) senza che arrivasse nessuno stop. Ed invece a sospendere il progetto a stelle e strisce ci ha pensato il Tar veneto e tutti i “No dal Molin†possono stappare lo spumante. “Adesso – azzarda Carlo Rienzi, presidente del Codacons, associazione che assieme ad alcuni vicentini ha fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale – gli americani possono fare le valigie e andarsene. Credo che non ripartiranno con tutto l`iter“. Secondo Rienzi “i giudici non solo hanno riconosciuto le tesi sostenute dall`associazione ma hanno ribadito con fermezza l`importanza dell`opinione dei cittadini in merito a questioni che riguardano direttamente il territorio e l`urbanistica“. Giancarlo Albera, ricorrente ed esponente del Coordinamento dei Comitati è quasi sorpreso dalla sentenza. Ormai senza voce e con due telefoni che continuano a suonare afferma: “Il Tar è andato addirittura oltre alle nostre aspettative. Questo per noi non è un punto di arrivo ma di partenza“. Un incipit di un nuovo capitolo nell`affaire Dal Molin, “quello in cui viene ascoltata la gente“. “Per tutto questo tempo – parte all`attacco Albera – siamo stati messi all`oscuro, sono state fatte carte false ed è stato dato un benestare illegale. Noi, comitati, non vogliamo fare un discorso ideologico: si tratta di una vittoria per tutta la società civile, in nome della legalità e della trasparenza “. Ad Albera fa eco Pippo Magnaguagno di Rete Lilliput e comitato “Più democrazia e partecipazioneâ€: “L`abbiamo detto e continuiamo a dirlo: la costruzione della nuova base Usa sarebbe il più grande abuso edilizio della storia d`Italia, se poi lo dicono anche i giudici…“. Rivangando il vecchio ritornello “il sindaco Enrico HÃœllweck ha svenduto Vicenza “, cantano vittoria anche gli attivisti del Presidio permanente No Dal Molin che si dicono pronti a vigilare affinché la decisione dei giudici venga rispettata. “La sentenza – si legge in una nota – dimostra quanto siano fondate le tesi dei cittadini che da due anni si oppongono alla realizzazione dei progetti statunitensi; il Tar, infatti, riconosce i pericoli ambientali e urbanistici legati alla realizzazione dell`opera. Chi ha tentato di prendere in giro la cittadinanza, ora, è stato smascherato “. E giù una serie di richieste: “è il momento che il commissario governativo Paolo Costa si dimetta“. Cinzia Bottene, leader storica del “No Dal Molin†e neo consigliera comunale, si lascia andare ad un liberatorio “finalmente giustizia è stata. Era ora – commenta – che un tribunale riconoscesse tutto questo“. E, tra tanto entusiasmo e voglia di gridare al cielo “urrà †c`è chi ammette, con la voce sommessa, di aver perso un round della battaglia. Roberto Cattaneo, portavoce del gruppo “Si Dal Molinâ€, spera ora in un ricorso da parte dello Stato. Ma, “dipende dai tempi – riflette –. è chiaro che se saranno brevi gli americani potranno aspettare, ma se i tempi saranno lunghi si prospetta un`altra soluzione. Se fosse così sarebbe drammatico per i dipendenti della caserma Ederle e tutto l`indotto“. Elfrida Ragazzo Il comitato del no: era ora che un tribunale riconoscesse tutto questo Il comitato del sì: ora gli americani potrebbero andarsene e sarebbe un dramma.