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ACQUA A RISCHIO IN MOLTE REGIONI D’ITALIA!









Clamorosa ordinanza del Tar Lazio in materia di acqua potabile (sezione Terza, Pres. Mario Di Giuseppe) che in attesa dell’udienza del 5 ottobre – dove deciderà se bloccare le proroghe alle licenze al valore di soglia di alcune sostanze inquinanti, nelle acque destinate al consumo umano, proroghe concesse dai Ministeri della Salute e dell’Ambiente ? ha ordinato ai due dicasteri di depositare, entro 60 giorni, i seguenti documenti:



1) relazioni della Direzione Generale della Prevenzione sanitaria aventi per oggetto Decreto legislativo 2 febbraio 2001 n.31 attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano;


2) osservazioni formulate dai rappresentanti dell’ISS;


3) considerazioni dei rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio;


4) lista dei contaminati delle acque potabili e valori massimi ammissibili;


5) i provvedimenti relativi alla tempestività dell’adozione di misure adottate per la diminuzione dell’inquinamento delle acque;


6) le misure adottate per informare la popolazione preventivamente dell’adozione dei VMA (Valori Massimi Aggiunti).



E’ importante notare ? sottolinea il Codacons ? come il Tar intenda accertare se siano stati posti in essere tutti i provvedimenti non solo per tutelare la popolazione, ma anche per informare i cittadini consentendo loro di non bere acque inquinate.
La vicenda nasce da un ricorso del Codacons contro il decreto 22/12/04 dei due ministeri, col quale, in fatto di acque, le Regioni sono autorizzate ad inquinare, senza provvedere ad opere di risanamento effettive e controllate ma disponendo ogni volta deroghe ai limiti di legge.



Ed è allarme sulle sostanze inquinanti contenute nell’acqua potabile. In base ad una relazione tecnica avanzata dal Codacons è emerso che la presenza oltre i limiti dei seguenti elementi nelle acque quotidianamente bevute dai cittadini, determina:




ARSENICO: E’ inutile richiamare la pericolosità dell’arsenico nelle acque potabili, l’etica e il buon senso di qualsiasi esperto in tossicologia obbligherebbero l’esperto ad obbligare il legislatore ad imporre livelli per questo metallo i più bassi possibili nelle acque potabili e non lasciarlo a livelli come quelli recitati nel decreto sopra citato;


NICHEL: metallo altamente allergenico e che quindi non dovrebbe essere presente nelle acque potabili;


CLORURI: causa di neoplasie di vari organi in parte dovuto all’effetto mutageno del cloro sulle cellule umane;


TRIALOMETANI: nocivi per l’accrescimento fetale. Infatti l’assunzione giornaliera (nel primo trimestre) dalle gestanti di acque potabili con concentrazioni di trialometani è causa di perdita di peso alla nascita del neonato;



FLUORURI: l’assunzione giornaliera di fluoro attraverso le acque potabili alle concentrazioni giudicate innocue dal decreto del 22 Dicembre è la concausa nelle donne al di sopra degli anni cinquanta di osteoporosi ed in special modo alla frattura della clavicola.




Qualora dovesse emergere che i cittadini della varie regioni non sono stati informati dei rischi legati alle sostanze contenute nelle acque potabili, le Procure della Repubblica dovranno accertare i motivi delle omissioni da parte delle singole Regioni.

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