La III sezione quarter del Tar del Lazio vuole vederci chiaro in fatto di acqua potabile, e ha ordinato oggi al Ministero della Salute e a quello dell’Ambiente di depositare tutto il materiale scientifico che ha portato a varare il decreto 22 dicembre 2004.
Il Tribunale amministrativo ha discusso infatti oggi il ricorso presentato dal Codacons contro la decisione di prorogare fino al 31 dicembre di quest`anno le licenze al valore di soglia di alcune sostanze inquinanti, nelle acque destinate al consumo umano.
Con questo decreto ? ha sostenuto il Codacons – i livelli ammessi per le varie sostanze, invece di essere diminuiti in maniera da rispettare il principio di precauzione, sono mantenuti a livelli superiori a quella soglia che mette a rischio il diritto del cittadino a godere, secondo quanto stabilito dalla nostra Costituzione, di buona salute. Con questo Decreto le Regioni sono autorizzate ad inquinare, senza provvedere ad opere di risanamento effettive e controllate ma disponendo ogni volta deroghe ai limiti di legge.
Adesso il Ministero della Salute e quello dell’Ambiente dovranno depositare dinanzi al Tar il materiale scientifico che ha portato al decreto contestato dal Codacons.