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ACQUA POTABILE: UN DECRETO METTE A RISCHIO LA SALUTE DEI CITTADINI






Con decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio congiuntamente al Ministero della Salute sono state prorogate fino al 31 dicembre di quest`anno le licenze al valore di soglia di alcune sostanze inquinanti, nelle acque destinate al consumo umano.

I livelli ammessi per le varie sostanze ? sostiene il Codacons – invece di essere diminuiti in maniera da rispettare il principio di precauzione sono mantenuti a livelli superiori a quella soglia che mette a rischio il diritto del cittadino a godere, secondo quanto stabilito dalla nostra Costituzione, di buona salute. Con questo Decreto le Regioni sono autorizzate ad inquinare, senza provvedere ad opere di risanamento effettive e controllate ma disponendo ogni volta deroghe ai limiti di legge.

E’ inutile richiamare la pericolosità dell’arsenico nelle acque potabili, l’etica e il buon senso di qualsiasi esperto in tossicologia obbligherebbero l’esperto ad obbligare il legislatore ad imporre livelli per questo metallo i più bassi possibili nelle acque potabili e non lasciarlo a livelli come quelli recitati nel decreto sopra citato.

La stessa cosa per il Nichel, metallo altamente allergenico e che quindi non dovrebbe essere presente nelle acque potabili o in alternativa esserlo ai minimi quantitativi possibili e questo non è rispettato nel decreto a cui ci riferiamo.

La estrema pericolosità dei Cloruri – prosegue il Codacons – è nota da molto tempo sia al legislatore che al tossicologo. Questi se presenti nelle acque potabili a concentrazioni simili a quelle riportate nel decreto del 22 dicembre sono causa di neoplasie di vari organi in parte dovuto all’effetto mutageno del cloro sulle cellule umane.

I trialometani presenti nelle acque potabili alla concentrazione ammessa nello stesso decreto è stato dimostrato essere nocivi per l’accrescimento fetale. Infatti l’assunzione giornaliera (nel primo trimestre) dalle gestanti di acque potabili con tali concentrazioni di trialometani è causa di perdita di peso alla nascita del neonato.

La stessa cosa può dirsi per la presenza di fluoruri nelle acque potabili. L’assunzione giornaliera di fluoro attraverso le acque potabili alle concentrazioni giudicate innocue dal decreto del 22 Dicembre è la concausa nelle donne al di sopra degli anni cinquanta di osteoporosi ed in special modo alla frattura della clavicola.

Essendo scientificamente comprovato che la presenza degli elementi sopra riportati nelle acque potabili ed alle concentrazioni considerate innocue dal decreto del 22 dicembre, per il rispetto del principio di precauzione ed in ottemperanza a quanto riportato nella nostra costituzione in merito al godimento del diritto alla salute del cittadino ? conclude il Codacons – questo decreto deve essere senza dubbio annullato. Domani è attesa al riguardo la decisione del Tar Lazio su ricorso dell’associazione. Il Codacons proporrà la questione anche dinanzi alla Corte di Giustizia Europea per violazione delle normative comunitarie.

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