Neanche la flessione di benzina e gasolio, scese rispettivamente del 4,2% e del 4,9%, rallenta il trend. Per la Coldiretti il boom di pasta e pane costerà alle famiglie italiane 3,4 miliardi in più La corsa dei prezzi in Italia ha toccato quota 4,1% ad agosto. Si tratta della stessa performance messa a segno a luglio, sui massimi da giugno 1996. Il nuovo dato sull’inflazione è stato comunicato ieri dall’Istat, che ha rivisto la precedente stima provvisoria del 4%, mentre i tecnici dell’istituto guidato dal presidente Luigi Biggeri, hanno evidenziato una variazione congiunturale dei prezzi al consumo dello 0,1% rispetto a giugno. Un dato ancora più negativo se si considera che benzina e gasolio, ossia i beni che avevano trainato la corsa nei mesi scorsi, hanno cominciato a calare. La benzina verde è scesa del 4,2% rispetto al mese precedente, con un rallentamento tendenziale del 10,6%, mentre a luglio la crescita era stata del 13,1%. Ancora più marcato il calo congiunturale del gasolio, che ha chiuso il mese di agosto con una flessione del 4,9%, portandosi a una variazione tendenziale del 23,8% dal 31,4% di luglio. Diverso invece il discorso per gli alimentari, pane e pasta in particolare. Secondo l’Istat ad agosto il prezzo del pane è cresciuto del 0,3% rispetto al mese precedente, mentre la variazione se confrontata con agosto 2007 è del 12,2%. Il prezzo della pasta invece è cresciuto dell’1,1% rispetto a luglio e del 25,6% su base annua. Soprattutto la pasta di semola di grano duro, che ha registrato un rincaro del 35,2%. Fin qui le cifre elaborate dall’Istat sulla crescita dei prezzi. Ma cosa significa per i cittadini? "L’inflazione galoppante registrata a inizio 2008, e che ad agosto fa segnare più 4,1%, avrà ripercussioni pesantissime sulle tasche dei cittadini, e determinerà a fine anno una maxi stangata da 1.700 euro a famiglia", ha sottolineato in una nota il Codacons, che per il 18 settembre ha annunciato lo sciopero del pane contro i rincari. Per il presidente dell’Associazione, Carlo Rienzi, "il governo non può più restare con le mani in mano, deve intervenire per salvare migliaia di famiglie dal rischio bancarotta". Non solo. Secondo la Coldiretti le famiglie italiane alla fine di quest’anno si troveranno a sborsare complessivamente 3,4 miliardi di euro in più per l’acquisto di pane, pasta e derivati dei cereali. Le indicazioni, elaborate con il supporto del centro studi Ref, parlano chiaro. "Mentre i prezzi agricoli alla produzione ad agosto sono stati in calo del 2,9% in termini cogiunturali, quelli degli alimentari al consumo sono cresciuti dello 0,2%". Gli economisti spiegano questo fenomeno come una discrasia di mercato, che però in questo caso costerà molto cara ai cittadini italiani. Va un po’ meglio sul fronte dei conti pubblici. Il ministero dell’Economia ieri, ha rivisto al ribasso il dato sul fabbisogno del mese di luglio. In particolare i tecnici di Via XX Settembre hanno riscontrato un avanzo di 1,7 miliardi di euro, contro la disponibilità di 2,2 miliardi annunciata all’inizio di agosto. La nuova analisi del ministero ha permesso di evidenziare entrare per 48,1 miliardi di euro e spese complessive per 46,4 miliardi, di cui 2,7 miliardi per interessi maturati sul debito pubblico del paese. Infine il Tesoro ha fatto sapere che per le coperture sono in essere titoli a breve termine per 1,5 miliardi di euro, a medio-lungo termine per 14,1 miliardi e 4,1 miliardi di euro in titoli esteri.