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“Adesso un piano per affrontare i problemi”

L a famiglia italiana a rischio povertà ottiene la certificazione dell’Istat, e il mondo associativo e le opposizioni parlamentari vanno all’attacco dell’esecutivo. Che promette di correre ai ripari, ma rinvia a tempi migliori misure strutturali, come il quoziente familiare. «Occorre il coraggio di misure straor- dinarie in favore delle famiglie. Rimandare ancora significa preparare il declino», dice il presidente delle A- cli Andrea Olivero. I dati Istat «dimostrano come la presenza di figli e persone anziane nelle famiglie aumenta il rischio di indigenza», sostiene la segretaria confederale del– l’Ugl, Cristina Ricci. «Il governo propone riunisca una cabina di regia». «Dati preoccupanti destinati a peggiorare con il manifestarsi degli effetti della crisi», prevede Stefano Daneri, responsabile Assistenza e Terzo settore della Cgil, Crisi economica e finanziaria che spaventa il 39 per cento degli italiani e fa persino più paura della guerra (25 per cento), considerata evidentemente più lontana nel tempo e nello spazio. Lo evidenzia un’indagine Coldiretti-Swg divulgata proprio in occasione della diffusione dei dati Istat che portano alla luce la presenza di 7 milioni e mezzo di poveri in Italia. E c’è addirittura chi giudica riduttivo il dato. «I conti non tornano », dice Antonio Uda, presidente dei pensionati Cisl. Non convince, a suo avviso, soprattutto «l’indice di povertà inchiodato all’11,1 per cento. Come è possibile si chiede che la caduta del potere d’acquisto di pensioni e salari e la crescita di beni e servizi di prima necessità scorrano come acqua tiepida sulla condizione dei ceti popolari?».  Il Codacons aggiunge quindi «altri 15 milioni di quasi poveri, che non ce la fanno più ad arrivare alla terza settimana del mese, e che sommati ai poveri fanno 22 milioni e mezzo». Ma per l’opposizione i dati Istat bastano e avanzano per lanciare l’allarme. «Confermano quel che diciamo da tempo», dice Anna Finocchiaro. «Non era meglio si chiede la capogruppo al Senato del Pd evitare di togliere l’Ici alle famiglie più abbienti, costringendo fra l’altro i Comuni a tagliare i servizi alle famiglie? ». «E al Sud l’incidenza della povertà è quattro volte più forte ricorda Sergio D’Antoni, responsabile Mezzogiorno nel governo ombra , la situazione rischia di diventare esplosiva ». «Il governo dimostri senso di responsabilità e adotti le nostre proposte», interviene Matteo Colaninno. «Dati agghiaccianti e il governo non fa niente», dice Claudio Grassi, del Prc. «Serve ogni sforzo possibile per elaborare un piano di contrasto alla povertà», propone Savino Pezzotta per l’Unione di Centro. E Luca Volonté, ricorda il pacchetto di interventi proposti dall’Udc la scorsa settimana: «Cento euro al mese per il primo figlio minore, agevolazioni per l’acquisto prima casa, un fondo per sostenere i redditi sotto la soglia di povertà e afflusso di liquidità per le pmi». Per il governo parla Carlo Giovanardi. «I dati Istat confermano una quota di famiglie in difficoltà», ammette. «Di qui la necessità di incrementare le politiche di supporto: asili nido, tempi di conciliazione, attenzione ai nuclei numerosi, e più in generale un’equità fiscale che passi attraverso il quoziente familiare. Intendiamo realizzare nel corso della legislatura promette il sottosegretario con delega alle politiche familiari , fermi restando i rischi legati alla crisi», sostiene. Perché, le misure strutturali si possono attuare quando ci sono i fondi per farle. Questo non vuol dire che non si possano attuare politiche di sostegno: ad esempio sulle tariffe abbiamo incontrato l’authority per togliere la sovrattassa che grava sulle famiglie numerose. Inoltre annuncia abbiamo allo studio l’utilizzo di fondi per la famiglia come garanzia che consenta a chi ha figli di poter ricorrere a un prestito bancario».

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