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AEREI IN RITARDO: IL CONSUMATORE HA DIRITTO A UN PASTO, MA QUALE?







Proseguono le lamentele dei consumatori alle prese con voli aerei in ritardo, cancellati o con l`odiosa pratica dell`overbooking. Anche oggi ci viene segnalato un volo che da Venezia a Roma doveva partire alle 10,30 e che invece è partito dopo le 13. Ma la lamentela non riguarda tanto il ritardo, pur consistente considerata la brevità del volo, quanto il trattamento ricevuto a pranzo: una bibita, un trancio di pizza e filare…

Ricordiamo che secondo la Carta dei diritti del passeggero, sia in caso di ritardata partenza o cancellazione del volo, sia in caso di overbooking, il passeggero ha diritto, tra le altre cose, a una telefonata, o telex o fax al luogo di destinazione, ad una adeguata sistemazione in albergo, nel caso in cui siano necessari uno o più pernottamenti, e, udite udite, a “pasti e consumazioni in congrua relazione all’attesa del volo“. Ossia, se l`attesa si prolunga fino all`ora dei pasti, hai diritto ad un pranzo. Già, un pranzo, non uno spuntino. Ma sull`interpretazione del concetto di pasto le compagnie aeree sembrano particolarmente parche e frugali. Le lamentele, infatti, si sprecano: porzioni minuscole; frutta, contorni e dolci inesistenti. Che ne facciamo poi del caffè? Per un italiano medio il caffè è parte integrante del pasto. Non la pensano però così le compagnie che spesso te lo fanno pagare.

Un consiglio del Codacons: se vi fanno pagare il caffè, o appena scesi dall`aereo siete costretti ad andare subito a mangiare qualcosa per non morire di fame, conservate lo scontrino o la ricevuta. Poi, al ritorno dalle vacanze, rivolgetevi al Codacons: vi faremo ridare i soldi con gli interessi.

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