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Antitrust, i cartelli sono “gravi misfatti”



ROMA – Lotta a tutto campo contro i cartelli e nessuna marcia indietro sulle liberalizzazioni. Ma anche i broker per le assicurazioni ed una continua vigilanza sul comparto dei carburanti. Sono i messaggi che arrivano dalla relazione annuale dell’Antitrust, presentata al Parlamento dal presidente Antonio Catricalà. Nessuno sconto sulle intese che restringono la concorrenza, quindi, perchè “i cartelli non sono peccati veniali ma gravi misfatti contro la società che corrompono la libera competizione sul mercato”. E diventano “particolarmente odiosi” quando colpiscono beni di prima necessità, come il pane. Non a caso negli Usa sono considerati “crimini e puniti con la prigione”.

Per questo Catricalà chiede per l’Antitrust armi più affilate di quelle a disposizione, con la possibilità, ad esempio, di poter “sanzionare le singole imprese quando l`intesa collusiva è frutto di una delibera dell’associazione di cui fanno parte, un soggetto spesso inconsistente dal punto di vista economico e patrimoniale”. Occorre anche “migliorare la disciplina dei programmi di clemenza a favore di chi collabora” denunciando un cartello di cui ha fatto parte, ad esempio riducendone la responsabilità civile.

Arriva anche un monito sulle liberalizzazioni: rinunciarvi “sarebbe un errore imperdonabile”, sottolinea Catricalà. “Soprattutto per l’Italia, che non gode di materie prime e di autonome risorse, una politica di chiusura sarebbe disastrosa”, spiega il Garante, che esprime “un primo giudizio di segno positivo” per le misure varate dal Governo e si augura “una veloce definitiva approvazione”.

Parole che hanno trovato l’appoggio delle associazioni dei consumatori: se l’intervento di Catricalà è “condivisibile” per Adusbef e Federconsumatori, Cittadinanzattiva lo trova “magistrale”, mentre per il Codacons si tratta di “una voce che urla nel deserto e chiede aiuto, ma che nessuno ascolta”.

Ecco alcuni degli argomenti principali della relazione dell’Antitrust al Parlamento.

Banche: abolire la commissione di massimo scoperto, sciogliere anche gli intrecci di ruolo che riguardano le società quotate: il 45% di queste ha fra i propri soci imprese concorrenti mentre l’80% vede nei propri board persone presenti contemporaneamente negli organi di gestione dei competitor.

Class action: il rinvio al primo gennaio 2009 “rischia di disattendere le speranze di migliaia di persone che chiedono tutela in tempi brevi”, ma questi sei mesi devono essere usati per migliorare il provvedimento e ad estenderlo anche alla P.A.

Assicurazioni: “Potrebbe essere applicato un sistema di brokeraggio analogo a quello anglosassone”, perchè è particolarmente “importante scindere il legame ferreo tra società prodotto e canali distributivi”. In questo modo, “i broker sceglierebbero per i clienti le migliori offerte e le commissioni sarebbero ben evidenziate”. – Carburanti: l’Antitrust vigilerà “con rigore” per i prossimi 5 anni sull`attuazione degli impegni presi dai petrolieri per l’apertura della rete di distribuzione, “data la rilevanza strategica del settore per l’intera economia”.

Sanzioni: nell’ultimo anno ne sono arrivate per 86 milioni di euro, di cui 62 milioni per i cartelli. E la rivista Global Competition Review ha collocato l’Antitrust italiana al primo posto nella lotta ai cartelli tra tutte le autorità dell’Ue.

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