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Antonino Del Mese punta il dito contro l’Anas

La barriera centrale in autostrada è stata sistemata. Tra Sicignano e Buccino, lungo la Basentana, è tornata la normalità, dopo l’incidente con quattro morti e tre feriti. «Normalità? Queste barriere fanno da sgambetto, sono un trampolino il salto di carreggiata. A parte l’asfalto appena rifatto, qui non c’è niente di regolare».  Punta il dito contro l’Anas, Antonio Del Mese, consulente antinfortunistica del Codacons. Metro alla mano, Del Mese ha calcolato l’altezza delle barriere di protezione sulla Basentana. Inarca le sopracciglia, preoccupato: «Hanno risistemato il guardrail. Ma è ancora troppo basso. Non arriva nemmeno a 70 centimetri, l’altezza minima sancita dal decreto ministeriale numero 223 del 1992». Con barriere più alte e resistenti, il salto di carreggiata che ha provocato i 4 morti, domenica scorsa, si poteva evitare? Del Mese non ha dubbi: «Se domenica ci fossero state le barriere rinforzate, quelle a norma, il furgone Iveco non finiva sull’altra carreggiata. Sarebbe rimbalzato sulla corsia nord, rimanendo sul suo lato di marcia». E invece è esplosa la tragedia. L’Iveco è finito sulla corsia sud, impattando frontalmente contro la Lancia Phedra della squadra di minibasket proveniente da Caserta. Quattro morti e tre feriti. Ma a quanto pare, la tragedia non ha insegnato nulla. La barriera è stata risistemata intorno ai 60 centimetri. Sulla Basentana, tra Sicignano e Buccino, i guardrail cambiano altezza a ogni chilometro. «In alcuni punti, sono regolamentari. Per molti tratti, le barriere sono troppo basse», afferma Del Mese. «Facciamo un calcolo. Un furgone Iveco, a pieno carico, pesa 35 quintali. Per guidarlo è sufficiente la patente B. È un veicolo non pesante. Ma quelle barriere non sono assolutamente idonee. Ma il fatto grave è che dopo l’incidente di domenica scorsa, l’Anas ha installato di nuovo barriere a quell’altezza». Una sola striscia, come barriera di protezione, a poco più di sessanta centimetri da terra. Del Mese guarda il metro tra le mani e scuote la testa. «Dieci metri prima del salto di carreggiata, le barriere sono regolari. Fosse sbandato lì il conducente del furgone, non sarebbe accaduto l’incidente mortale». Barriere fuori norma, asfalto nuovo. «Il nodo è tutto lì. Quando viene rifatto l’asfalto, bisogna aumentare anche l’altezza delle barriere. A ogni strato d’asfalto nuovo, i guardrail diventano più bassi. Cresce lo spessore dell’asfalto, sulla Basentana, ma non salgono le barriere». La carenza grave è sulla Basentana. A pochi metri di distanza dall’incidente, c’è addirittura uno spazio aperto tra le due carreggiate: «Ecco un altro aspetto su cui dovrebbe intervenire l’Anas. Quegli spazi aperti tra le due carreggiate sono stati chiusi nel resto d’Italia. Qui, invece, siamo indietro di parecchi anni». A 500 metri da Buccino, dove è accaduto l’incidente mortale, c’era il limite di velocità a 100 chilometri orari. «Bisognerebbe vedere i due veicoli, per sapere se rispettavano la velocità. Sicuramente, il conducente del furgone era senza cintura di sicurezza, visto che i soccorritori lo hanno trovato fuori dall’abitacolo». Michele Franzese, ingegnere, responsabile del compartimento Anas di Potenza, dichiara: «L’obbligo di applicare quelle norme non è retroattivo. Si riferisce ai nuovi tratti stradali. La barriera si può fare più alta, ma non c’è l’obbligo per strade antecendenti. Se fosse stato reatroattivo, il decreto ministeriale del 1992, avremmo dovuto chiudere tutte le strade d’Italia. Le leggi vanno lette e interpretate. Immagini se fosse stata retroattiva la legge antisismica, avremmo dovuto abbattere tutti i palazzi costruiti prima del terremoto. Ma non voglio fare polemica, in questo momento mi preme rispettare di più i 4 morti sulla Basentana».
 

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