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Antonio Lirosi ha ammonito l`intera filiera ad invertire la tendenza al rialzo a cominciare da sette

Altolà a caro pane e pasta da Mr Prezzi, mentre gli effetti del calo del petrolio cominciano a farsi sentire sui prezzi dei carburanti. Agip ha deciso di tagliare di 1,5 centesimi al litro il listino del gasolio, portandolo a 1,464 euro a litro. E ritocchi al ribasso sono scattati anche per le altre compagnie. Sempre spropositati, invece, i prezzi al consumo del pane e della pasta. “Il livello dei prezzi non trova più giustificazione nell`andamento del mercato delle materie prime“, ha ammonito ieri Antonio Lirosi, che ha convocato tutta la filiera, dai produttori di farina fino ai rappresentanti del commercio e ha chiesto “un`inversione di tendenza“ a partire da settembre. Sul fronte carburanti è intervenuto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola: “Allo stato attuale del prezzo del petrolio esistono i margini per un`ulteriore riduzione, compresa tra 0,8 e 1,8 centesimi al litro, del prezzo al consumo dei carburanti“, ha dichiarato il ministro, invitando le compagnie ad utilizzare anche “promozioni e sconti“. Le quotazioni del petrolio (ieri 119 dollari per il Brent, 120 per il Wti) sono ormai lontane dal picco di 147,27 dollari dell`11 luglio, che aveva fatto lievitare il prezzo dei carburanti fino a un massimo di 1,56 euro al litro, tanto per la verde che per il gasolio. Dieci centesimi in più, per il diesel, rispetto al prezzo di riferimento che oggi Agip indica ai propri gestori. Otto per la benzina, che nei distributori del Cane a sei zampe è scesa a 1,481 euro al litro. Per gli altri marchi, che pure hanno varato dei ribassi, i listini si aggirano su 1,48 euro per entrambi i carburanti. I ribassi in atto sono però giudicati insufficienti dalle organizzazioni dei consumatori. Il petrolio è diminuito del 18,2% dall`11 luglio ad oggi, mentre il prezzo finale dei carburanti “appena del 4,2%“, rileva il Codacons. Risultato: “un maggior esborso di 4 euro a pieno“. Stesso discorso anche per pane e pasta: sul fatto che il caro-grano non possa più essere un alibi per la corsa al rialzo dei prezzi al dettaglio concordano tutte le associazioni. Ma che qualcosa non sia andato per il verso giusto, nei vari passaggi di filiera, lo stanno a dimostrare i numeri forniti dallo stesso ministero: a giugno, a fronte di una riduzione del 16,2% del costo del frumento tenero – rispetto allo stesso mese dell`anno scorso – e di un calo dell`11,2% del prezzo all`ingrosso della farina di frumento, il pane è aumentato dell`1,2%. Sugli scaffali, sempre a giugno, i rincari per il pane e per la pasta hanno toccato punte massime anche del 30,4% (a Napoli) e del 51,1% (a Palermo). Il timore, ha detto chiaro Mr Prezzi, è che “qualcuno possa speculare, tenersi il grano“ per poi rivenderlo al momento opportuno, mentre “la raccolta del grano è andata bene“ e l`industria dovrà essere quindi regolarmente rifornita delle materie prime. Proprio per verificare che l`andamento dei prezzi nei passaggi di filiera sia coerente con l`andamento dei mercati, da settembre partirà un piano di controlli, anche con l`aiuto della Guardia di Finanza. Assenti ieri all`incontro con Lirosi i rappresentanti dei produttori di farina, proprio la categoria a cui Lirosi ha chiesto di fare “il primo passo“ riducendo, dato il calo del costo del grano sui mercati internazionali, i propri i listini. Sul tavolo di Mr Prezzi è arrivata dall`Italmopa (l`Associazione Industriali Mugnai e Pastai) solo una nota che “conferma la diminuzione del 20% dei prezzi delle farine sui mercati delle materie prime“. Immediata la reazione dei fornai, che invece non vedono “una reale diminuzione dei costi della farina“. Uno scaricabarile che non prelude a “quell`inversione di tendenza“ che Mr Prezzi e consumatori si aspettano da settembre.

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